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La Woodstock dell’ecologismo. Una settimana in tenda per combattere la crisi climatica

| Francesca Santangelo

Tempo di lettura: 3 minuti

La Woodstock dell’ecologismo. Una settimana in tenda per combattere la crisi climatica

Dalle nostre inviate al meeting. Al Climate Social Camp di luglio a Torino, un evento internazionale di grande portata, movimenti, collettivi e attivisti di tutto il mondo. Migliaia di giovani, perfettamente organizzati, hanno unito dibattiti, conferenze, cortei, musica, chiacchierate e nuove amicizie, in una atmosfera di reciproco rispetto e di scambio culturale. Al centro temi come la grande cecità, il “greenwashing”,  l’antispecismo, l’ecotransfemminismo, il lavoro, le migrazioni.

Al Camp anche la Casa dell’ambiente, nostra sede nazionale.

Di Michela Colpo e Francesca Santangelo

Dal 25 al 29 luglio 2022 presso il parco Colletta di Torino si è tenuto il Climate Social Camp, evento internazionale che ha visto la partecipazione di movimenti, collettivi e attivisti di tutto il mondo. L’obiettivo è stato quello di creare un ambiente favorevole al confronto e ricco di molteplici realtà per discutere gli importanti temi del riscaldamento globale e cambiamento climatico.

Tra i numerosi partecipanti vi sono stati il movimento ambientalista Fridays For Future, nato nel 2018 grazie agli scioperi scolastici per il clima dell’attivista svedese Greta Thunberg, e il movimento internazionale Extinction Rebellion che, in risposta alla devastazione ecologica causata dalle attività umane, chiama alla disobbedienza civile nonviolenta per chiedere ai governi di intervenire sulle questioni climatiche ed ecologiche.

Gruppi sociali e territori più colpiti

Inoltre, sono state ospitate numerose rappresentanze dei MAPA, Most Affected People and Areas, ovvero gruppi sociali e territori colpiti in maniera significativa dal cambiamento climatico, come le donne, le comunità indigene, le minoranze razziali, la comunità LGBTQ+ e i paesi più poveri; due attiviste presenti sono state Michelin Sallata (25 anni, Indonesia) e Nansedalia Ramirez (25 anni, Messico), le quali hanno raccontato le loro storie e fatto luce su questioni riguardanti i loro paesi, ricordando che la lotta per l’ambiente riguarda tutti, non solo una piccola parte di popolazione.

Il social camp: dibattiti, musica ed inclusività

L’organizzazione dell’evento nel parco ha previsto l’allestimento di diverse aree, tra cui la zona camping, tre tendoni per conferenze, eventi serali e area pasti, zone per la realizzazione di workshops e aree relax.

Mattinate e pomeriggi sono stati impegnati con momenti di dibattito e attività di gruppo, analizzando il tema cardine del camp grazie alla presenza di numerosi ospiti che hanno proposto e affrontato argomenti come l’antispecismo, l’ecotransfemminismo, il lavoro, le migrazioni, tutte realtà connesse a uno sviluppo più etico e sostenibile. È stato così possibile analizzare il tema del climate justice e della crisi climatica attraverso un’analisi a 360 gradi, sensibilizzando ed educando riguardo i problemi ambientali da più prospettive.

Temi ambientali in musica

Il camp ha anche ospitato gruppi musicali, come gli Eugenio in Via di Gioia e La Rappresentante di Lista: sono stati organizzati i “music Talk”, eventi serali che hanno permesso ad artisti di prestare la propria voce per parlare dei temi ambientali attraverso la musica.

Il camp si è presentato come un evento aperto a tutti: la cura al dettaglio ha visto pasti pensati per essere il più possibile inclusivi e sostenibili (vegani e gluten free) ed è stato predisposto anche uno sportello di supporto psicologico.

Fridays For Future al Campus Luigi Einaudi e lo strike del venerdì

Durante tutta la settimana, presso il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino si è svolto un ciclo di conferenze pomeridiane organizzate da Fridays For Future. Questo si è concluso con l’incontro “La grande cecità: come raccontare i cambiamenti climatici nei media”, tavola rotonda che ha visto discutere alcuni dei direttori delle più famose testate giornalistiche italiane, come La Stampa, La Repubblica e il Corriere, e attivisti riguardo le modalità con cui i media trattano le tematiche ambientali e il fenomeno del greenwashing.

Il Climate Social Camp si è concluso con lo strike del venerdì, il simbolo del movimento ambientalista Fridays For Future. La manifestazione è partita dal parco Colletta con l’obiettivo di arrivare in piazza Castello, dove è stata tenuta un’ultima assemblea per coinvolgere anche turisti e cittadini della città di Torino.

Tra leggerezza e impegno sociale

“.eco” ha seguito tutto l’evento, e una menzione d’onore va al comportamento collettivo dei partecipanti che hanno preservato lo stato originario del parco, senza andarlo ad inquinare, e anche al clima di reciproco rispetto e di scambio culturale che si è mantenuto durante tutto l’evento. Questo ambiente positivo e prevalentemente giovane, di leggerezza ma anche di impegno sociale, ricorda vagamente i festival degli anni ‘60 e ‘70, come il famoso festival di Woodstock, ma in questo caso la musica, le chiacchierate e le nuove amicizie sono solo il contorno di un obiettivo finale più grande: la lotta per il rispetto e i diritti di tutti gli esseri viventi e del nostro pianeta.