Piero Angela, che ci spiegava dove va il mondo con intelligenza e efficacia “pop”
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Maestro di vero giornalismo e di grande divulgazione scientifica, Piero Angela, scomparso il 13 agosto all’età di 93 anni, è stato da subito attento ai limiti di un pianeta bello e fragile, e quindi della crescita, che venivano da Aurelio Peccei (torinese come lui) e dal Club di Roma. Per Piero Angela, Peccei era «il nostro “Greto Thunberg”».
(Nell’immagine di apertura, Piero Angela durante intervista del 1973 a Aurelio Peccei, di spalle)
“Un maestro e un esempio”, è stato detto di Piero Angela. Scompare un’altra delle grandi figure che, con storie e in modi diversi, hanno saputo parlare di scienza e tecnologia, come ad esempio Giorgio Nebbia o Pietro Greco.
Tra i meriti di Piero Angela mi piace ricordare il lungo sodalizio con Aurelio Peccei e il Club di Roma. «Non è un caso – ha osservato Gianfranco Bologna, segretario generale della Fondazione intitolata al fondatore del Club di Roma e legato da uno splendido rapporto di amicizia con Piero dalla fine degli anni Settanta – che sia stato sino ad ora componente del Consiglio della Fondazione Aurelio Peccei».
A Peccei Piero Angela era vicino per cittadinanza (entrambi erano nati a Torino) e per la comune militanza di Peccei e del padre di Angela nella Resistenza, nelle file di Giustizia e Libertà, ma anche, o forse soprattutto, per l’acuta sensibilità verso quanto i dati annunciavano sul futuro del mondo.
“Dove va il mondo?”
Giornalista RAI, conduttore del TG, corrispondente da varie capitali e inviato speciale, Piero Angela si era appassionato alla documentaristica e alla divulgazione scientifica, che sapeva raccontare con chiarezza, sobrietà e un taglio da lui definito “un po’ pop”.
Nel 1972, esce il “Rapporto sui limiti alla crescita” del Massachusetts Institute of Technology e un anno dopo Piero Angela prende spunto da questo testo fondamentale in materia di sostenibilità ambientale del progresso tecnologico per realizzare “Dove va il mondo?”. Il programma in quattro puntate intendeva verificare l’attendibilità delle drammatiche previsioni del rapporto, vagliando le posizioni pro e contro di esperti e scienziati. Il primo intervistato è proprio Aurelio Peccei, fondatore, nel 1968, di quel “Club di Roma” che aveva commissionato lo studio del MIT.
La trasmissione (di cui qualche estratto è servito anche per il documentario su Aurelio Peccei che abbiamo prodotto in occasione del centenario della nascita) può e deve essere rivista integralmente su RaiPlay.
“The Limits to Growth”: “Una illuminazione. Se è tutto vero, bisogna pensare a un cambiamento totale”
«Per me quello studio fu una illuminazione», ha raccontato lo stesso Piero Angela. «All’epoca c’era l’idea di una crescita continua, l’avevamo conosciuta nel Dopoguerra».
Aurelio Peccei, aggiungeva, «è stato il nostro “Greto Thunberg”» («Io dico spesso che la prima Greta Thunberg aveva i baffi e si chiamava Aurelio Peccei»).
In una conversazione con Telmo Pievani, uscita su “Micromega” (2/2020), Angela così descrive l’illuminazione: «pensai: o è tutto vero e bisogna pensare a un cambiamento totale; o non è vero e allora bisogna capire qual è la parte da sfrondare e quale la parte che ha una logica. Andai quindi a parlare con Aurelio Peccei, il fondatore del Club di Roma, con il quale mi incontrai poi tantissime volte. Con lui andai, nel 1972-73, ad Algeri, per la conferenza “Reshaping the International Order”, e, nel 1975, a Salisburgo, dove Peccei riuscì a riunire attorno a queste problematiche undici capi di Stato e di governo».
«Negli anni Settanta – racconta sempre nella conversazione con Piievani – non mi occupai quasi d’altro, nel disinteresse generale».
La Terra, “pianeta azzurro”
Dall’incontro con Peccei nacque dunque, come accennato, la serie di “Dove va il mondo”; poi “Nel buio degli anni luce”, in otto puntate; e un libro, “La vasca di Archimede”, in cui Piero Angela spiegava come non ci sia un’azione che non abbia ripercussioni da qualche altra parte del pianeta.
Pianeta che Piero Angela ebbe il privilegio di vedere indiretta quando, trovandosi nei laboratori della Nasa, arrivarono le prime celebri foto della Terra che, vista dallo spazio, la mostravano bianca di nubi e azzurra di mari, bella e fragile, miracolo di vita che l’accelerazione dell’Antropocene sta distruggendo. E cui occorre guardare secondo una prospettiva non lineare e non riduzionistica.
Il WWF sulla scomparsa di Piero Angela
Particolarmente toccato dalla scomparsa di Piero Angela, «vero gigante della comunicazione e della divulgazione scientifica, sempre attento ai temi dell’ambiente e della sostenibilità» è il WWF (che della Fondazione Peccei ospita la sede). Fu tra i primi, spiega infatti in un suo comunicato l’associazione ambientalista, «già dagli anni 70, a dare risonanza agli allarmi sul futuro del Pianeta lanciati da Aurelio Peccei e dal Club di Roma fondato dallo stesso Peccei. Da sempre amico del WWF, ha condiviso tante battaglie e campagne dell’associazione prendendo parte personalmente a molti eventi, da Earth Hour 2016 fino al recente Urban Nature del 2021, dove incantò il pubblico che gremiva la sala conferenze dell’Orto Botanico di Roma».
“Quando si parla di ambiente ci vuole una visione olistica”
«È scomparso un uomo straordinario, un caro amico e una figura unica», sottolinea Gianfranco Bologna, presidente onorario della comunità scientifica del WWF Italia e amico personale di vecchia data di Piero Angela. «Piero Angela ha rappresentato al meglio amore per la conoscenza, capacità di divulgazione, profonda serietà, competenza, gentilezza, professionalità, passione, garbo. Resterà un ricordo indelebile per tutti».
Di recente Angela aveva voluto contribuire con un suo personale intervento introduttivo (“Una questione di prospettiva”) alla piattaforma WWF di e-learning “One Planet School”, dove sottolineava che «quando si parla di ambiente ci vuole una visione olistica, dove tutto converge. Per comprendere i fatti dobbiamo conoscerne le relazioni».
L’intervento introduttivo di Piero Angela a One Planet School
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- Sociologo dell'ambiente, giornalista e scrittore, Mario Salomone dirige ".eco" dalla fondazione (1989), è autore di saggi, romanzi e racconti e di numerosi articoli su quotidiani e riviste. Già professore aggregato all'Università di Bergamo, è Segretario generale della rete mondiale di educazione ambientale WEEC, che realizza ogni due anni i congressi del settore.
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