Le aree protette al XXX Congresso nazionale dell’INU: interessante presenza delle esperienze innovative della Calabria con i Parchi nazionali dell’Aspromonte e della Sila, la 10° area MaB Italiana.
Presentati anche il caso del Po in Piemonte, tra luci ed ombre, e l’interessante caso del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’agri Lagonegrese in Basilicata.
Occorre dire davvero che gli urbanisti italiani hanno aperto le porte con una azione di coinvolgimento che non può che essere applaudita, per il tenore di dialogo e condivisone che il mondo della pianificazione riconosce al ruolo dei parchi in Italia nella gestione del territorio. Analogamente, si può affermare, non fa il mondo dei parchi verso il settore disciplinare che possiede l’espertise della gestione del governo del territorio, e quindi anche del paesaggio.
Lo stesso documento congressuale presentato a firma ed ispirazione della Presidente Silvia Viviani , contiene interessanti spunti proprio sul tema ambientale e dello stato dell’uso del suolo il cui titolo “Governare la frammentazione” è di per se stesso un manifesto delle problematiche che sono state affrontate nella VII Rassegna nazionale INU organizzata dalla sezione trentina.
Durante il seminario organizzato, grazie al coordinamento di Angioletta Voghera e alla presenza di Andrea Arcidiacono e con le conclusioni di Francesco Domenico Moccia, Presidente Sez. INU Campania, dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, ha in particolare colpito il caso della Calabria, per l’intensità delle esperienze portate dai due Direttori presenti, Giuseppe Luzzi del Parco nazionale della Sila e Sergio Tralongo del Parco nazionale dell’Aspromonte, senza dimenticare che la Regione della punta d’Italia ospita l’importante Parco nazionale del Pollino che non ha potuto essere presente per altri impegni.
La presentazione è stata anticipata da una interessante introduzione del responsabile di INU Calabria, arch. Domenico Passarelli, organizzazione con la quale i parchi cooperano in una interessante attività di scambio culturale.
Ciò che ha colpito è in particolare il coordinamento delle azioni a scala regionale che queste realtà hanno saputo mettere in campo, come ad esempio il progetto della ciclovia dei parchi , e l’insieme delle attività di progetto messe in opera grazie al fondo dedicato sulle misure regionali europee ai Parchi dell’importo di circa 20 milioni di euro. Un vero lavoro a sistema dove l’amministrazione regionale ha ritenuto importante investire, senza discernere tra aree protette nazionali e regionali.
In particolare il progetto della Via dei parchi fa parte del grande progetto di realizzazione della ciclovia della Magna Grecia tra Calabria, Basilicata e Sicilia che con i suoi 1000 km di sviluppo rappresenta il più esteso sistema di mobilità ciclabile italiano, e che affianca iniziative sul tema della mobilità e della connettività territoriale che vede anche le più tradizionali autostrade impegnate nella promozione del territorio come il sito Autostrada del Mediterraneo testimonia.
Ma un secondo elemento che ha colpito è stato lo stile con il quale i responsabili hanno esposto la loro esperienza, con l’evidente e sensibile intenzione dichiarata di tentare quotidianamente tutte le strade per eliminare dal senso comune quella patina che offusca il nome della Calabria e dell’Aspromonte come luogo della malavita organizzata. Le difficoltà di amministrazioni ancora oggi commissariate per infiltrazioni mafiose non sono state sottaciute, ma la volontà di presentare idee e progetti che parlano di una Italia diversa ha dato voce alle persone di buona volontà.
Durante il seminario è stato presentato anche il tema della Pianificazione territoriale nelle Aree protette in Basilicata con il caso del Piano del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’agri Lagonegrese a cura di Giuseppina Visaggio, Responsabile del Progetto di Piano
Anche il caso della storia delle attività di pianificazione del Po portata avanti dall’ente del torinese è stata oggetto di discussione con la presentazione che è qui scaricabile integralmente ed è anche visibile all’indirizzo seguente (Mosaico Italia rassegna gallery INU).
Nelle prossime occasioni avremo modo di approfondire i temi con due interviste dedicate ai direttori.
Scrive per noi

- Ippolito Ostellino nasce a Torino il 16 agosto 1959. Nel 1987 si laurea in Scienze Naturali e opera come prime esperienze nel settore della gestione e progettazione di Giardini scientifici Alpini. Nel 1989 partecipa alla fondazione di Federparchi Italia. Autore di guide botaniche e di interpretazione naturalistica e museale, nel 1997 riceve il premio letterario Hambury con la guida ai Giardini Alpini delle Alpi occidentali. Dal 2007 al 2008 è Presidente nazionale AIDAP, Associazione italiana dei direttori dei parchi italiani. Dal 2009 partecipa come fondatore al Gruppo di esperti nazionale sulle aree protette "San Rossore". Nell'area torinese opera in diversi campi: è il promotore del progetto Corona Verde dell'area metropolitana torinese per la Regione Piemonte, e svolge attività di docenza presso il Politecnico di Torino; nel 2008 progetta il format della Biennale del Paesaggio Paesaggio Zero; nel 2009 è autore con i Prof. Pala e Occeli del progetto della ciclovia del canale Cavour ; nel 2011 ha ideato il marchio di valorizzazione territoriale “CollinaPo” sul bacino di interesse dell'area del fiume Po e delle colline torinesi e nel 2016 porta a riconoscimento UNESCO Mab il territorio di riferimento; nel 2016 coordina il tavolo Green infrastructure nel III Piano strategico dell'area metropolitana. Autore di saggi, contributi congressuali e libri sul tema Natura, Paesaggio e Ambiente, nel dicembre del 2012 è stato insignito del premio Cultori dell'Architettura da parte dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Torino. Dal 2022 è membro effettivo del Centro di Etica ambientale di Parma e prosegue la sua attività presso l’Ente di gestione regionale del Parco del Po piemontese.
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