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Uomo e Biosfera UNESCO in Umbria al Monte Peglia: piccoli sistemi dalle grandi idee di convivenza tra i popoli.

| IPPOLITO OSTELLINO

Tempo di lettura: 6 minuti

Uomo e Biosfera UNESCO in Umbria al Monte Peglia: piccoli sistemi dalle grandi idee di convivenza tra i popoli.

Una realtà proiettata nella cura dei principi universali del dialogo, dal centro dell’Umbria e d’Italia: un ponte tra Europa, Mediterraneo e Africa, punto di congiunzione tra le Genti, i Linguaggi, i Diritti Universali e le Culture nuove, la Natura e la Società. Un impegno etico testimoniato dall’ultima creazione il 6 marzo 2021 del Giardino dei Giusti della Melonta.

In Italia le attuali 19 Riserve della Biosfera UNESCO annoverano un piccolo gruppo di 7 realtà che interessano superfici che stanno sotto i 45.000 ettari (la superficie di un piccola provincia italiana come ad esempio Ferrara). Sono tutti territori che svolgono le loro iniziative all’interno di “chicche” di spazi ricchi di natura e storia umana che concentrano molti valori, a differenza degli altri fratelli – colossi territoriali delle aree MaB di oltre 10 volte di estensione – come la Sila o l’area dell’Appennino Tosco Emiliano, che nel 2021 raggiungerà con il suo progetto di ampliamento la soglia del mezzo milione di ettari (grandi come metà del Comune di Roma)

Nell’ultima nata del gruppo delle “piccole”, la Riserva della Biosfera del Monte Peglia, é possibile verificare fatti alla mano, che non di rado realtà di superfici limitate possono essere egualmente protagoniste di “grandi” idee, a testimonianza del ruolo primario ricoperto dai valori etici e culturali nel riconoscimento assegnato del programma Uomo e Biosfera nei territori candidati.

In questo caso l’intensa attività svolta dall’Associazione che guida la gestione della Riserva e del vulcanico Presidente Avv. Francesco Paola, sono il caso esemplare che testimonia come l’istituto della Riserva di Biosfera non rappresenti una diversa versione di “un parco naturale”, potremmo dire in salsa internazionale: lo scopo di fondo di una RB, come era nel volere dei fondatori Valerio Giacomini e Valerio Di Castri, é bensì quello di coniugare in una azione comune i principi fondamentali dell’etica ambientale nell’unione di una società giusta ed operosa, in una natura rispettata.

Questa visione olistica seguita al Monte Peglia, che vede i progetti della tutela ambientale strettamente uniti a quelli per una società che ripudia le discriminazioni e la sopraffazione degli uni verso gli altri, é proprio il tratto distintivo dell’ ecologia sociale che l’Enciclica Laudato Si ha affermato con forza. Un tema questo che é stato approfondito nell’articolo sul tema, con i rinvii alle teorie già avanzate negli anni ‘70-‘80 da pensatori come Murray Bookchin, che ho pubblicato e che potete riprendere qui (un contributo che fa parte della trilogia di articoli dedicati alle culture della natura primo articolo, secondo articolo, terzo articolo).

L’ ultimissimo esempio della fondazione del Giardino dei Giusti nel cuore delle aree a massima protezione della Riserva in località Melonta (nell’Area protetta dell’Elmo/ Melonta nello STINA del Monte Peglia e Selva Meana) rappresenta una ulteriore conferma dello specifico e originale impegno etico che questa Riserva UNESCO italiana coltiva con perseveranza nella sua politica di gestione.

Con questa iniziativa la Riserva del Peglia ospita così al proprio interno una iniziativa umanitaria che affonda le sue radici nella Shoa: come si legge nel sito web della fondazione italiana :”i Giardini sono come libri aperti che raccontano le storie dei Giusti – (principio che fa riferimento alla storia di Moshe Bejski ed alla Commissione istituita all’inizio degli anni 50 per il riconoscimento dell’onorificenza a coloro che aiutarono gli Ebrei a salvarsi dalle persecuzioni nazi-fasciste, ricordati dai circa 30.000 alberi piantati nel viale a loro dedicato a Yad Vashem Ndr) – hanno il compito di presentare all’opinione pubblica gli esempi di quanti, mettendo a rischio la vita, la carriera, le amicizie, sono stati capaci di preservare i valori umani di fronte a leggi ingiuste o all’indifferenza della società.

I Giardini sono luoghi di memoria, ma anche di incontro e di dialogo, in cui organizzare iniziative rivolte a studenti e cittadini per mantenere vivi gli esempi dei Giusti non solo in occasione della dedica dei nuovi alberi, ovvero nella lGiornata europea dei Giusti istituita nel 2012 – il 6 marzo di ogni anno – data della scomparsa dell’artefice del Viale dei Giusti Moshe Bejski. A partire dalla definizione di Yad Vashem, il concetto di Giusto è stato esteso a includere quanti, in ogni parte del mondo, hanno salvato vite umane in tutti i genocidi e difeso la dignità umana durante i totalitarismi. Dal 7 dicembre 2017 la Giornata dei Giusti è solennità civile in Italia: ogni anno il 6 marzo celebriamo l’esempio dei Giusti del passato e del presente per diffondere i valori della responsabilità, della tolleranza, della solidarietà.”

Ma questa ultima iniziativa può essere rappresentata come il coronamento di un percorso che si prospetta davvero lungo e ricco di risultati, che vede la Riserva Umbra impegnata nel coordinate tra di loro i diversi vertici dell’esagono che rappresenta l’impegno civile verso un Pianeta più in equilibrio con la comunità umana: natura, produzioni dell’uomo, ricerca, educazione, governance e cooperazione.

Per la natura, con le iniziative recenti di proposte di ampliamento della Riserva per includere il Lago Trasimeno nel quale sorge l’unicum ambientale dell’Isola Polvese gestita dall’Officina sociale Umbra dell’ARCI dell’Umbria.

Per le produzioni dell’uomo, con le attività legate alla gestione del marchio dei prodotti della Riserva. (info qui)

Per la ricerca, con l’iniziativa di istituzione del Centro Studi Strategici della Riserva Mondiale della Biosfera che nasce dall’idea cosmopolita debbano apprestarsi rimedi e visioni e modelli di sicurezza e prevenzione dai rischi quanto possibile applicabili a più casi e quanto possibile globali alle crisi ed emergenze climatiche sempre più ricorrenti del centro di ricerca. Oltre al progetto di creazione di una cattedra Unesco a Perugia di intesa tra Università e Riserva del Peglia, guidato da un protocollo per ‘sinergie’ tra il rettore dell’Ateneo Oliviero e il presidente della Riserva Francesco Paola.

Per l’educazione, con il progetto “Bambini costruttori dell’umanità” della Riserva mondiale della biosfera Unesco dell’Umbria in cooperazione con la scuola Montessori ed in particolare la Scuola dell’Infanzia Santa Croce – Casa dei bambini Maria Montessori di Perugia. Non è inoltre da tralasciare l’interessante attività sviluppata nel campo della trasmissione del sapere e del saper fare con la quale L’Associazione Monte Peglia per Unesco con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale promuover nelle scuole la “Cultura della Riserva”: “Perché la Biodiversità ha dei tratti Costituzionali Unificanti? Possiamo costruire tutti insieme un mondo migliore su tali consapevolezze. È stato elaborato un primo questionario che potrà essere a richiesta diffuso nelle scuole. Qualsiasi proposta giunga dagli insegnanti, dalle famiglie, dai giovani e dalle scuole è la benvenuta!”

Sulla governance con l’esperimento di grande interesse costituito dalla istituzione dell’associazione Monte Peglia per Unesco, un soggetto indipendente che ha attivato forme di cooperazione inter-istituzionale di elevato profilo, volti alla ideazione e diffusione di modelli sostenibili, fortemente orientate alla diffusione dei diritti universali per come contenuti nella Carta istitutiva dell’Unesco e volte a creare forme nuove di cooperazione anche internazionali, con elevazione complessiva della qualità e legalità del sistema. A differenza degli altri classici casi che hanno visto i processi di candidatura portati avanti da enti parco e altre istituzioni, qui il processo è partito totalmente dal basso, per iniziativa dell’attuale Presidente e di un gruppo di cittadini che lui stesso ama definire “cittadini responsabili” . Una comunità che grazie soprattutto alle loro competenze in materie giuridico e istituzionale di carattere che internazionale, hanno avuto modo di conoscere i contenuti del programma Unesco Uomo e Biosfera, immaginando sin da subito a partire da aziende agricole presenti nel sito.

Per la cooperazione con le iniziative come proprio il giardino dei giusti prima richiamato o la visita di sua eccellenza l’ambasciatore di Francia Christian Masset alla riserva mondiale in occasione del quinto anniversario dell’accordo di Parigi sul clima quale elemento di un percorso di dialogo fattivo con altre realtà territoriali nell’ottica di costruire una rete permanente di cooperazione.

Non ultima anche l’interessante iniziativa nel campo della condivisione culturale delle idee lo spazio web dei blog della Riserva, dove è possibile spaziare tra moltissimi contributi di varia natura, che permettono di creare un humus di conoscenza che unendo i principi dei diritti con quelli dello sviluppo sostenibile, permettono di fornire una solida base “culturale ed etica” al progetto di Biosfera.

Ma consultando il sito web della Riserva del Monte Peglia si resta colpiti dalla messe di iniziative e di attività, che ogni mese arricchiscono quel territorio, cuore d’Italia, che in questo caso non ci limitiamo a raffigurare visivamente nella geografia del “corpo fisico” del nostro Bel Paese: qui possiamo infatti sentire direttamente  e davvero “pulsare”  le energie positive,  irradiando intorno a se un grande messaggio di unione tra Uomo e Natura. Un progetto che prende ossigeno da una “comunità di cittadini consapevoli” che stanno dando anche utili lezioni alle tante realtà pubbliche oggi spesso in impasse all’interno delle loro regole procedurali, tanto da perdere il senso generale del loro esistere.

Ci troviamo quindi qui di fronte ad un esempio concreto di un approccio alla gestione del territorio che amo chiamare “dei nuovi sistemi abbaziali”: in un mondo dove i modelli del territorio e della società, come quelli del grande confronto tra i concetti di sviluppo che il filosofo Emanuele Severino ha così lucidamente descritto nel suo pensiero critico della società moderna occidentale, forse occorre andare a ricostruire nuclei forti nei territori, che partendo dalla loro dimensione comunitaria e liberi da eccessivi paludamenti istituzionalizzati, possono riprendere l’insegnamento dei classici e rimettere in moto una “cultura della comunità” contribuendo a rifondare e far rinascere l’idea di una società sana e solida. Ecco in cosa è particolarmente grande questa piccola esperienza del cuore italiano.

Scrive per noi

IPPOLITO OSTELLINO
Ippolito Ostellino nasce a Torino il 16 agosto 1959. Nel 1987 si laurea in Scienze Naturali e opera come prime esperienze nel settore della gestione e progettazione di Giardini scientifici Alpini. Nel 1989 partecipa alla fondazione di Federparchi Italia. Autore di guide botaniche e di interpretazione naturalistica e museale, nel 1997 riceve il premio letterario Hambury con la guida ai Giardini Alpini delle Alpi occidentali. Dal 2007 al 2008 è Presidente nazionale AIDAP, Associazione italiana dei direttori dei parchi italiani. Dal 2009 partecipa come fondatore al Gruppo di esperti nazionale sulle aree protette "San Rossore". Nell'area torinese opera in diversi campi: è il promotore del progetto Corona Verde dell'area metropolitana torinese per la Regione Piemonte, e svolge attività di docenza presso il Politecnico di Torino; nel 2008 progetta il format della Biennale del Paesaggio Paesaggio Zero; nel 2009 è autore con i Prof. Pala e Occeli del progetto della ciclovia del canale Cavour ; nel 2011 ha ideato il marchio di valorizzazione territoriale “CollinaPo” sul bacino di interesse dell'area del fiume Po e delle colline torinesi e nel 2016 porta a riconoscimento UNESCO Mab il territorio di riferimento; nel 2016 coordina il tavolo Green infrastructure nel III Piano strategico dell'area metropolitana. Autore di saggi, contributi congressuali e libri sul tema Natura, Paesaggio e Ambiente, nel dicembre del 2012 è stato insignito del premio Cultori dell'Architettura da parte dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Torino. Dal 2022 è membro effettivo del Centro di Etica ambientale di Parma e prosegue la sua attività presso l’Ente di gestione regionale del Parco del Po piemontese.