Skip to main content

LA SOSTENIBILITÀ NEL CROWDFUNDING: SALVIAMO VILLA VERDI

| Monica Nucera Mantelli

Tempo di lettura: 7 minuti

LA SOSTENIBILITÀ NEL CROWDFUNDING: SALVIAMO VILLA VERDI

La piattaforma INNAMORATIDELLACULTURA della digital innovation manager Emanuela Negro Ferrero per raccogliere fondi a sostegno della Casa e Parco di Giuseppe Verdi a Villanova d’Arda (Pc)

“Il crowdfunding è uno strumento innovativo per la sua componente digitale ma assolutamente tradizionale per il meccanismo di condivisione dell’idea e di partecipazione collettiva per il raggiungimento dello scopo” spiega la digitale innovation manager Emanuela Negro Ferrero, prima donna in Italia ad aver fondato una piattaforma digitale di crowdfunding con sedi a Milano e a Matera. Si tratta letteralmente di un “finanziamento collettivo”, un fenomeno in crescita che prevede la promozione online di un progetto o un’idea richiedendo, attraverso varie modalità, un contributo in cambio di una ricompensa. “E’ di fatto una “produzione dal basso” ovvero una sorta di colletta digitale a cui tutta la popolazione può partecipare nella misura in cui può, ed è utile, in particolare, per sostenere quelle realtà, anche di grande spessore culturale (come il lascito ereditario di Giuseppe Verdi ndr), che hanno deciso di puntare sulla sostenibilità”.

E’ infatti appena partita in Italia grazie a lei la campagna di crowdfunding in corso da luglio sino ai primi dell’autunno SALVIAMO VILLA VERDI dedicata al più grande Compositore italiano noto in tutto il mondo: Giuseppe Verdi, il quale, come racconta uno degli eredi, Angiolo Carrara Verdi “…era una persona molto legata alla terra, basti pensare che nei suoi documenti d’identità alla voce condizione scriveva: “proprietario terriero” e non musicista. La quiete, la tranquillità ed il silenzio giovavano all’arte del Maestro qui ne traeva la massima espressione. Non è un caso che la “Trilogia Popolare” Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata sia stata scritta in soli tre anni tra S. Agata e Busseto”.

La campagna SALVIAMO VILLA VERDI è posizionata sulla sua piattaforma digitale www.innamoratidellacultura.it e pone un’attenzione particolare all’impatto sociale generato dalle campagne sul territorio. E proprio di un bel territorio si tratta, visto che le Terre Verdiane, in cui è sita la magione di Sant’Agata di Villanova sull’Arda (PC), sono da sempre tappa di turismo internazionale affamato di cibo e cultura, oltre che di un paesaggio emozionale ricco di connubi tra aree verdi e coltivate, immerse nella meravigliosa biodiversità che la nostra Italia custodisce.

Nel 2013 – spiega la Negro Ferrero –  ho deciso di aprire INNAMORATIDELLACULTURA una piattaforma di crowdfunding specializzata nella pubblicazione di campagne in ambito artistico e culturale. I miei genitori mi hanno insegnato il valore della lettura e della musica, il piacere di andare a teatro, visitare musei, borghi e città d’arte sovente immerse nella bellezza sfolgorante della natura. Sostenere chi si occupa di patrimonio artistico-culturale e naturale in Italia, mettendo loro a disposizione uno strumento digitale per la raccolta di fondi mi è sembrato il giusto punto d’incontro fra la mia passione per il digitale e questi amori.

La campagna di donazioni è dedicata al complesso architettonico e naturalistico progettato di suo pugno e fortemente amato da Giuseppe Verdi: la parte museale è ricca di arredi, curiosità e effetti personali del Maestro – spicca tra tutti il pianoforte su cui Egli ha tanto composto –  e l’intera area comprende circa sette ettari di parco, con piante, arbusti, fiori ed erbe selezionate personalmente dal grande compositore. La struttura è insediata nella prestigiosa area naturalistica della Riserva di Biosfera Mab UNESCO del Po Grande. Il terreno su cui è costruita però è molto argilloso, poco distante infatti scorre il Torrente Ongina e l’edificio sta purtroppo sprofondando nella parte anteriore creando disassestamenti importanti alla struttura.

L’osservatorio del Politecnico di Milano ha da poco comunicato che a giugno 2020 le somme erogate per il Crowdfunding erano 908 milioni di euro, quasi il doppio rispetto al 2019. Investire in cultura e natura ha da sempre un profondo significato: e ancor più oggi dove la recente pandemia ha creato rinnovate esigente e motivazioni a vivere la bellezza nel verde, come è appunto in Villa Verdi.   “Sì, l’Italia detiene il maggior numero di patrimoni protetti dall’Unesco, e poi ci sono i MaB (le Riserve di Biosfera), e i Geo Parchi. Eravamo il Paese del “Grand Tour” in cui i giovani aristocratici europei venivano ad ammirare le antichità Romane, il Rinascimento, il Neoclassico. L’Italia è cultura e natura, ed il mantenimento dei nostri siti storici dovrebbe essere al primo posto. A mio parere la dimora che Giuseppe Verdi abitò per più di cinquant’anni svolge un ruolo fondamentale nella nostra zona. Busseto e Parma vivono di Verdi e la Villa progettata da lui in persona qui a Sant’Agata ne è la miglior chiave di lettura.” conclude il Carrara Verdi.

Etico, sostenibile e rispettoso: il crowdfunding si fa sempre più attento con l’obiettivo di sostenere i progetti creativi e innovativi a scopo collettivo. La Villa Verdi ha infatti urgente bisogno di numerosi interventi di restauro, oltre che di pagare gli stipendi al suo staff, e l’assenza imprevista di visitatori causata dalla epidemia, non ha giovato alle casse del museo, che rischia la chiusura definitiva al pubblico. Chiediamo allora a Angiolo Carrara Verdi, erede di un patrimonio simbolico e immaginifico notevolissimo, come faccia da solo a portare avanti un’impresa simile: “Certo, sono onorato di essere l’erede di un personaggio così influente ed importante per la storia italiana e per la storia della musica mondiale. Quindi, prima di arrivare ad una decisione drastica io e mia moglie Manuela abbiamo scelto di rivolgerci a INNAMORATIDELLACULTURA, la piattaforma che ci è sembrata più affidabile, perché specializzata nelle campagne di crowdfunding in ambito artistico e culturale”.  A Villa Verdi infatti le spese sono sempre state onerose e purtroppo la situazione che si è creata a causa del covid-19 ha totalmente bloccato l’afflusso di turisti sia italiani che stranieri mettendo la famiglia in ginocchio. Vivendo nella casa che il Maestro ha voluto rimasse intoccata, come da testamento olografo – prosegue l’erede – mi sono sempre reso conto dell’importanza di questo luogo. Ovviamente mantenere tutto com’era un tempo richiede molto impegno, lavori di mantenimento e restauro…e anche il parco è una parte importante delle volontà del mio illustre avo. I giardinieri, guide e i botanici vanno pagati al pari del resto dello staff.  Mi auguro che questa campagna di raccolta fondi faccia capire alle persone che tutto può cambiare”.

Oggi Villa Verdi presenta al visitatore un parco che riesce a dare una visione circolare e sempre diversa di se, pur sorgendo nella geometrica e agricola pianura tra il piacentino e il parmense. Il disegno progettuale di Verdi offre infatti un circuito interno di vialetti a tondo, rotti nella loro potenziale perfezione da un rettilineo viale di pioppi cipressini che a metà del parco stesso crea un ideale cannocchiale visivo che, partendo sin dalla progettazione interna delle stanze della casa, ci suggerisce di uscire dal bosco per raggiungere le campagna coltivate dal Maestro. Un invito a conoscere coltivazioni che già abbiamo dentro il parco grazie ai filari di viti (Lambrusco a quel che ci è dato sapere) anch’essi parte del vissuto storico. E se si decide di restare per perdersi nel verde, le occasioni non mancano, dai Taxodium imponenti che cingono gli specchi d’acqua del laghetto, con le loro curiose radici respiratorie emergenti, alla ricca vegetazione di Tassi, sino ad esemplari come le Ginkgo Biloba. E non mancano le radure e gli spazi del giardino ad aiuole con le caratteristiche piante di sapore esotico come la Musa acuminata meglio nota come Banano, e dal nome scientifico che già rinvia al sapore ispirativo che questo angolo di paradiso naturale di certo alimentò la mente di Verdi, lui che creava coupe de theatre insieme al fiume Po che poco più in là scorre, a ricordo del Nilo da Lui inneggiato nell’Aida.

Abbiamo chiesto un contributo di pensiero su questa importante iniziativa di Crowdfunding su Villa Verdi al musicista milanese Maestro Marco Zuccarini, Direttore del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. “Direttore, sappiamo, come gli stessi eredi viventi di Verdi confermano dai carteggi nella loro collezione, che il Maestro Giuseppe Verdi amava definirsi, un “possidente” ovvero un gestore di proprietà agricole, nelle quali applicava ogni expertise agronomica e ingegneristico-progettuale, in modalità interdisciplinare come nella sua proprietà di Villanova d’Arda che Egli disegnò personalmente insieme al giardino circostante… “Sì, sono valori assolutamente condivisibili e che applichiamo ormai da tempo anche noi qui nelle didattiche dell’ Istituto. Anche questa lezione del Maestro ritengo sia tuttora viva e da realizzare costantemente.  Questa cifra legata ai ritmi di natura e cicli della terra, oltre alla sua capacità di collegare interdisciplinarmente i vari temi annessi al progetto della Villa di Sant’Agata, rappresenta una coté di valori utili al percorso formativo di uno giovane musicista specie nell’era dei principi della sostenibilità e dell’interdipendenza.”  Secondo Lei, oltre alla denominazione ufficiale che un Conservatorio in Italia porta con sé con la sua titolazione a Giuseppe Verdi, come è in Italia nei tre casi di Milano, Torino e Como, questo “nome” imprime un segno particolare all’istituzione che se ne fregia? “È un grande onore ed onere portare questo nome e l’impegno, ancor di più, deve essere quello di realizzare una didattica ricca di offerta e opportunità per gli studenti salvaguardando sempre la qualità dell’insegnamento. Ormai il Conservatorio è diventato un Istituto di Alta Formazione e in tal senso va letta, a mio parere, la sua missione: una formazione la più completa possibile, molte opportunità di confronto prolungato con grandi Maestri, possibilità di farsi esperienza con molte occasioni di suonare in pubblico e al tempo stesso ricordarsi di non vendere mai illusioni, ma dare a chi ha le qualità e la volontà il massimo di sostegno possibile.  Il Crowdfunding promosso è un ottimo mezzo per salvare e restaurare Villa Verdi e può essere una possibilità per i giovani anche per finanziare delle proprie iniziative, anche se muovendosi individualmente, è un mezzo di non facile gestione e dai risultati incerti. Penso sarebbe comunque utile promuovere fra i ragazzi la conoscenza di questa possibilità e il suo utilizzo migliore e mirato.”

Ci piace infine ricordare che il Maestro Giuseppe Verdi, dipinto da Giovanni Boldini e raffigurato sulle nostre vecchie Mille Lire, è l’incarnazione di un certo sguardo artistico politicamente impegnato. L’autore di capolavori operistici come Rigoletto (1851), Il Trovatore (1853), La Traviata (1853) si può annoverare tra gli esponenti culturali che hanno maggiormente supportato le parallele vicende politiche del Risorgimento che avrebbero portato all’unità d’Italia. Egli infatti fu Deputato al primo parlamento nazionale che aveva sede a Torino.  Chiediamo allora ancora a Zuccarini se e come questa cifra di attenzione alla “civitas”, unita all’esperienza musicale e drammaturgia di Verdi sia oggi, a suo parere, un elemento che dovrebbe essere più presente sia nel fare musica che nei percorsi educativi delle istituzioni didattiche musicali italiane. Ci risponde senza esitazioni: “La funzione della Musica colta è, a mio parere, sempre sociale in quanto la cultura deve consentire a tutti un ampliamento delle proprie conoscenze, è da sempre impegno civile come testimonia per altro la vita del Maestro (ricordiamoci che cosa significò in periodo risorgimentale il VIVA V.E.R.D.I). Questo aspetto è e deve essere presente nelle nostre istituzioni sia sotto il profilo educativo che della programmazione e a questo proposito ricordo l’impegno del Conservatorio di Torino nei concerti nelle carceri, negli ospedali e una nutrita serie di concerti per le Scuole.”

E allora, cari lettori di .ECO EDUCAZIONI SOSTENIBILE, siete pronti?

Il link per partecipare alla Campagna di raccolta donazioni SALVIAMO VILLA VERDI è:

https://www.innamoratidellacultura.it/projects/salviamo-il-museo-di-villa-verdi

Partecipiamo tutti! SALVIAMO (ANCHE IL VERDE) DI VILLA VERDI!

 

Scrive per noi

Monica Nucera Mantelli
Monica Nucera Mantelli
“La Natura torna ad Arte” è una piattaforma di rapporti/scambi tra la creatività e buone pratiche dell'uomo e lo spazio - paesaggio del pianeta Terra.
Ideata da Monica Nucera Mantelli.
Giornalista – Facilitatore di reti e progetti territoriali - Event & Communication Manager.
Monica Nucera Mantelli nasce in Italia ma cresce e studia sin da ragazzina in Inghilterra. Si forma in una cultura anglosassone innervata di valori sociali e attenti all’interdipendenza tra uomo e natura. Dopo il doppio diploma sia nel Regno Unito che a Torino, si laurea alla Facoltà di Magistero in Lingue e Letterature Straniere con indirizzo comparativo ed artistico e si trasferisce per l’anno sabbatico in Nuova Zelanda dove si forma su agricoltura biodinamica, pratiche di vita sostenibili e eventi outdoor. Vince un Master Enea Olivetti per l’Imprenditoria al Femminile con il progetto TRENOVIVO sul turismo & slow living con i treni a vapore sulla linea Ciriè-Lanzo e Torino – Ceres in collaborazione con il Museo Ferroviario Piemontese. Nel mentre scrive articoli, interviene come divulgatrice e moderatrice su temi cultura-arte-natura a conferenze e tavole rotonde e collabora per testate nel settore dei beni culturali, artistici ed enogastronomici. Si diploma ONAV – Assaggiatrice di Vino – nel 1994. Parimenti lo stesso anno prende il Patentino da Giornalista Pubblicista e entra all’Albo di Roma. Si occupa di servizi di comunicazione, mkt culturale e pianificazione territoriale strategica per realtà aziendali di primo livello. Collabora con imprese agricole, ristoranti e strutture ricettive. Progetta con Enti pubblici e privati attività di animazione e fruizione di territorio, raccordando beni naturali/paesaggistici/produttivi a arte, ambiente e cultura.
Dopo aver maturato una solida esperienza di curatela espositiva e project management nella gestione di manifestazioni culturali inserite nei contesti più vari, decide di ampliare le sue competenze in ambito di buone pratiche sistemiche ed “eco-friendly” focalizzandole alla riqualificazione dei territori. Ad oggi si occupa di raccordi e facilitazione di rete tra produzioni di eccellenze locali e politiche di sostenibilità ambientale. E’ ideatrice di festival, convegni, eventi e incontri multidisciplinari. E’ stata direttrice del Museo del Design GH di Torino e Vice-Presidente ADI (Ass. Disegno Industriale) Piemonte e Valle d’Aosta.
Tra i molteplici servizi svolti, ha collaborato con l’Opera Torinese del Murialdo nel progetto di rigenerazione Artigianelli150. Ha creato e sviluppato eventi culturali con l’Orchestra da Camera “G. B. Polledro” diretta dal M° Federico Bisio. Ha ideato progetti di valorizzazione territoriale come DE.GU.CRE’ e SUPERGA PARK TOUR, la rassegna sui temi tra natura, ambiente e sostenibilità GREEN MOOD, il talk-show tra ecologia ed economia THE GREEN THEATRE PARK DAY e il format convegno/evento/mostra sulla rete territoriale GREEN GRAIN.
Suo il progetto di riqualificazione ILOVEPULCHERADA.
Ha teorizzato “PER UN UMANESIMO VERDE. TRA AREE VERDI E NUOVE MODALITÀ DI SVILUPPO METROPOLITANO” nell’ambito della progettazione di Torino Strategica 2015-2025. E’ stata collaboratrice per l’Ente Parco regionale del Po To.se per la nomina del comprensorio metropolitano di 86 Comuni torinesi a Riserva di Biosfera MAB UNESCO COLLINAPO.
Ha scritto e co-prodotto il film sul paesaggio urbano e live performance POEMA CIRCULAR con il regista Alessandro Avataneo. Ha scritto e diretto l’opera –concerto PIAZZOLLA’S DAEDALUS con il M° Raffaele Tavano e il Piazzolla Modern Quartet e l'agri-commedia DUE CUORI E UN PEPERO'con la cantante argentina Sonia Farrell. Pubblica saggi sulla rubrica editoriale IN PUNTA DI TANGO.
Ha curato circa un centinaio di mostre e scritto decine di testi critici di accompagnamento alla produzione artistica di artisti internazionali. Redige la sua rubrica fissa NELL'ANTRO DELL'ARTISTA sulla rivista ContemportArt.
E’ co-autrice con Ippolito Ostellino del libro “UN PO DA CAMMINARE” Ed. Il Capricorno. Sempre con Ippolito Ostellino ha fondato la piattaforma e comunità virtuale LA NATURA TORNA AD ARTE, da cui è nata la rubrica omonima sulla testata .ECO EDUCAZIONE SOSTENIBILE.
Da oltre un ventennio è direttrice artistica di ETNOTANGO LCMM, con autoproduzioni tra musica, arte, letteratura, danza e molto altro per comunicare e trasferire la ricchezza culturale il patrimonio UNESCO del Tango rioplatense.
Tra le sue passioni: la musica, il design, l’arte contemporanea, il tango argentino, l’enologia, la gastronomia gluten-free e la ricerca esoterica.
Tutti i suoi progetti sono caratterizzati da una peculiare chiave di volta: sottendono al risveglio evolutivo dell’Uomo.