Luca Conti
Manuale di resistenza del ciclista urbano
Ediciclo editore, 2010
pp. 222, euro 14.90
Rabbia, insoddisfazione, desidero di sovvertire le regole imposte da altri, aneliti ambientalisti, la decisione di cambiare drasticamente il proprio stile di vita. Spesso nasce da una di queste motivazioni la voglia di iniziare a muoversi in bicicletta.
Pagina dopo pagina, Luca Conti, blogger di lucaconti.blogspot.com, propone un vero e proprio manuale per il ciclista urbano. Si impara un po’ di tutto, da come scegliere l’equipaggiamento di base – che, oltre a una due ruote dotata di confort e scorrevolezza, significa vestiario adeguato e giuste dotazioni di bordo – a come risolvere da soli le più comuni riparazioni d’emergenza.
Molto utile il capitolo dedicato al muoversi in città in sicurezza, con consigli per dribblare il traffico, prevenire i comportamenti pericolosi dei veicoli a motore e “ripassare” alcuni articoli del Codice della strada.
Ma veniamo alle note dolenti. Se le infrastrutture e le legislazioni, in Italia, sono ancora troppo lontane dalle aspettative di chi pedala e dalla capacità di favorire un reale incremento della mobilità su due ruote, segnali positivi arrivano dai movimenti e dalle iniziative legate alle Critical mass.
Un esempio è rappresentato dalle ciclofficine popolari. «Si tratta di un luogo, gestito da volontari, in cui si raccolgono bici trovate o donate dai cittadini, si trovano gli attrezzi specifici e si condividono conoscenze tecniche per imparare ad aggiustarsi la bici da sé», sottolinea Conti, che partecipa alle attività della Ciclofficina popolare ex lavanderia di Roma. Attualmente in Italia ne esistono una ventina, presso associazioni e centri sociali, adottano tutte politiche simili, ma differenti per la gratuità dei pezzi e delle riparazioni.
Insomma, se volete cominciare a muovervi in bicicletta in città, questo libro è un buon punto di partenza. E poi, come ricorda il titolo: resistere, resistere, resistere!
Molto utile il capitolo dedicato al muoversi in città in sicurezza, con consigli per dribblare il traffico, prevenire i comportamenti pericolosi dei veicoli a motore e “ripassare” alcuni articoli del Codice della strada.
Ma veniamo alle note dolenti. Se le infrastrutture e le legislazioni, in Italia, sono ancora troppo lontane dalle aspettative di chi pedala e dalla capacità di favorire un reale incremento della mobilità su due ruote, segnali positivi arrivano dai movimenti e dalle iniziative legate alle Critical mass.
Un esempio è rappresentato dalle ciclofficine popolari. «Si tratta di un luogo, gestito da volontari, in cui si raccolgono bici trovate o donate dai cittadini, si trovano gli attrezzi specifici e si condividono conoscenze tecniche per imparare ad aggiustarsi la bici da sé», sottolinea Conti, che partecipa alle attività della Ciclofficina popolare ex lavanderia di Roma. Attualmente in Italia ne esistono una ventina, presso associazioni e centri sociali, adottano tutte politiche simili, ma differenti per la gratuità dei pezzi e delle riparazioni.
Insomma, se volete cominciare a muovervi in bicicletta in città, questo libro è un buon punto di partenza. E poi, come ricorda il titolo: resistere, resistere, resistere!
Marika Frontino
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