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Nuovi riti e vecchi miti: El Dia de la Bandera Argentina a Costa d’Oneglia (IM)

| Monica Nucera Mantelli

Tempo di lettura: 11 minuti

Nuovi riti e vecchi miti: El Dia de la Bandera Argentina a Costa d’Oneglia (IM)

La simbologia del corteo-evento “100 fiori per Manuel Belgrano” dell’edizione 2022

Nel video amatoriale di Tommaso Lupi, un momento del corteo musicale con la Milonga de L’Angel di A. Piazzolla

Nella calda serata del 2 luglio 2022, sulle pendici dell’immediato entroterra di Imperia, una comunità locale del Ponente ligure e un folto gruppo di argentini provenienti da varie parti della Liguria, si è riunita intorno alla figura di un condottiero di origini italiane per festeggiare la sua fondazione del drappo bianco-azzurro con un ponte celebrativo tra Italia ed Argentina.

A cosa si deve questa connessione tra il Sudamerica e l’imperiese? Le Camere di Commercio bilaterali potrebbero rispondere tecnicamente a riguardo, ma oggi chi scrive sceglie di parlarvi degli aspetti più socio-antropologici e di radice rurale della questione.

Facciamo un passo indietro per i lettori: sappiamo che il promotore della bandiera argentina, Manuel Belgrano nasce a Buenos Aires da padre, Domenico, di origine italiana, nativo proprio di Oneglia (IM), dalla famiglia originaria del paese limitrofo di Costa d’Oneglia (uno degli 11 borghi dell’attuale cittadina capoluogo della Riviera dei Fiori) e da madre, María Josefa González Casero, nata anch’essa a Buenos Aires.

In forza di queste  sue origini italiane, nel piccolo borgo imperiese (la città di Imperia è stata gemellata con la città di Rosario dal 1987), da oltre 30 anni l’omonimo Circolo costese Manuel Belgrano celebra la giornata della Bandiera, come tributo ed onore alle gesta di questo patriota d’oltre oceano, unendo il territorio ligure – ed idealmente italiano – con le terre che hanno visto un forte flusso migratorio del nostro Paese.

Per tale ragione la sua data di morte, il 20 giugno, è stata intitolata al “El dia de La Bandera” in Argentina mentre la sua data di nascita, il 3 giugno, è consacrata come la Giornata dell’Emigrante Italiano.  La data del 2 luglio è stata scelta appositamente dalle Istituzioni locali per dare il giusto onore a una data che diversamente si sarebbe confusa con i festeggiamenti per il santo patrono del capoluogo – San Giovanni.

Una location paesaggistica e naturale quella di Costa D’Oneglia davvero unica: il paesaggio verdeggiante che la circonda, la sua posizione direttamente sporgente sull’abitato marino di Imperia e la sua immersione in una sequenza di fasce di ulivi e coltivazioni tipiche dell’entroterra ligure, uniscono in poco spazio tutti gli elementi che fanno degli insediamenti “di costa” liguri piccoli tipici scrigni di storia e bellezza tutta italiana. Ma nel caso di Costa, anche argentina.

Angolo della Piazza del Duomo nel borgo di Costa d’Oneglia

Attaccato alle fenomenologie migratorie di paesini come questi e nato anche un certo turismo di ritorno, che si sta presentando in queste zone proprio negli ultimi decenni, portando ad esso l’attenzione della Camera di Commercio e degli apparati annessi a turismo e cultura. La fruizione e rivalutazione dei borghi più slow è diventata più attenta, anche ai consumi di suolo o di aria, come testimonia ad esempio proprio grazie alla tenace amministrazione del Sindaco Scajola, dell’apertura della nuova tratta ciclabile che unisce Imperia al tratto di Santo Stefano – Ospedaletti, attraversando Sanremo. Uno spazio quindi dove natura e cultura, tradizioni, storia e contemporaneità stanno ricercando, tra mille disequilibri sociali e climatici, una nuova armonia.

Quest’anno in occasione della 35a edizione della Festa della Bandiera Argentina, le celebrazioni sono state arricchite da una proposta portata avanti dalla piattaforma di Casa de Tango di Etnotango, un gruppo informale che da oltre 25 anni studia e diffonde la fenomenologia dell’argentinità con particolare attenzione culturale, tramite in particolare il linguaggio scenico del tango rioplatense, che ha proposto,  in una migrazione culturale dal torinese all’imperiese, la ripresa di antiche tradizioni di collegamento tra il Piemonte e la Liguria, oggi in via di recupero culturale e turistico come testimoniano i progetti della Vie del Sale e della Via Marenca.

L’area della casa vacanza Costa d’Oro che ha ospitato il casting dei bambini coinvolti nell’evento e le prove..

Con il format di intrattenimento “100 fiori bianchi per Manuel Belgrano”, la Notte Bianca, che inglobava El Dia de la Bandera,  ha permesso una esperienza dal nuovo sapore di ritualità, che ha visto la partecipazione di 21 figuranti che hanno dato vita ad un corteo di originale forma, come apertura della giornata celebrativa.

La sfilata ha percorso il tratto che tradizionalmente viene attraversato dalle autorità nelle precedenti edizioni, collegando la sede del Circolo Belgrano con la piazza del Duomo del Paese dove si tiene la cerimonia celebrativa, alla presenza dei rappresentanti istituzionali italiani ed argentini.

L’evento ideato da Monica Nucera Mantelli, fondatrice di Etnotango, ha visto il susseguirsi di alcune componenti che hanno provato a fornire una nuova rappresentazione rituale di questo appuntamento, lavorando secondo contenuti e finalità che fondano la loro proposta nel riconoscimento del valore del rito anche nella società di oggi, spesso troppo distratta da input esterni, per ritrovare il senso di raccoglimento intorno ad uno specifico momento temporale di riconoscibilità sociale.

Per celebrare un avvenimento è infatti fondamentale, oltre a dare appuntamento ad una comunità intorno a quello specifico fatto e data, dare forma ad una sua ritualizzazione. Il rito, come forma di rappresentazione formalizzata, costituisce un elemento fondante dell’espressività di una comunità, perché composto da una serie di elementi che organizzati tra di loro danno vita ad una “astrazione” di una forma di celebrazione, nella quale la parola, gli oggetti utilizzati, la musica, la danza, costituiscono tutti elementi di base intorno ai quali costruire una data rappresentazione.

Un affresco della Chiesa di Santa Caterina in Porto Maurizio

Con il termine “rituale” si intende ogni atto o insieme di atti, svolti in sequenza, caratterizzati anche dall’uso di forme verbali codificate dalla tradizione (poesia, letteratura, canzone, litania, etc), il tutto eseguito secondo norme codificate, che divengono normative per tutti i partecipanti. I riti sono strettamente legati alla sfera del sacro, infatti, ogni rito svolge la funzione di rendere tangibile e ripetibile l’esperienza di crescita ed evoluzione personale. Il rito è legato anche alla realtà politico-economica esistente e non è mai espressione passiva ma, una forza attiva nel mantenimento e creazione dell’identità sociale.

In effetti, quanto realizzato in questa occasione rientra in questa forma di ritualizzazione: dalla vestizione tematica dei figuranti in sfilata bianco azzurra, in sintonia coi colori della bandiera, al corteo celebrativo che è scorso lungo le vie del borgo, dall’offertorio floreale di fiori bianchi per mano di due bimbe all’omaggio musicale al bandoneon,  dal tributo poetico con una lettura anche da parte di un personaggio autorevole della comunità (in questo caso il Console argentino Niscovolos,) al teatrodanza di tango con i bailarinos Etnotango Friends,  dalla breve citazione sull’origine Inca sul Sol de Mayo alle esibizioni di grande abilità coreutica di due coppie di maestri della disciplina rioplatense.

Uno degli scorci suggestivi del borgo.

Non ultimo è da considerare come nelle forme della ritualizzazione si stabilisca un rapporto speciale con la dimensione del tempo, in quanto il rito svolge a funzione di “attualizzare” la realtà, spesso grazie alla intermediazione di una figura guida o sciamanica (in questo caso la conduttrice/regista, anch’essa vestita di bianco) elevandola alla massima potenza della sua espressione, laddove invece la categoria del mito crea un legame con il tempo passato.

Diversi sono gli autori e i filoni di ricerca che in antropologia, passando per la sociologia e la psicanalisi, hanno indagato questa particolare azione sociale che le comunità utilizzano sia con finalità religiose che socio culturali. Nel suo fondamentale studio “Les rites de passage” Arnold Van Gennep (1909) identificò la forma comune di una classe generale di riti che hanno la funzione di sancire pubblicamente le transizioni sociali. Tale categoria comprende i riti che scandiscono le fasi del ciclo di vita (nascita, morte, pubertà e iniziazione), le cerimonie di ospitalità e quelle di insediamento, i riti legati al succedersi delle stagioni e al calendario. Pur nella loro eterogeneità, tutti questi riti presentano una struttura o forma comune, costituita dalla articolazione in tre fasi: la prima segna la separazione dal precedente status sociale (vestizione con abiti diversi, sfilata silente); la seconda è una fase liminare o di transizione (recitazione orale, intervento musicale, esibizione di abilità corporee varie); la terza è quella della aggregazione o reintegrazione (la milonga, ovvero il ballo per tutti) che segna l’ingresso nel nuovo status o il completamento della transizione.

Ippolito Ostellino e Monica Mantelli (Casa de Tango by Etnotango) e Paolo Beraldi co-fondatore del Circolo Manuel Belgrano di Costa d’Oneglia

Per concludere, quanto tenutosi lo scorso 2 luglio 2022 nel borgo di Costa d’Oneglia, occorre sottolineare un primo elemento ovvero il fatto è che l’iniziativa ha visto la scelta di una partecipazione di almeno una piccola rappresentanza della popolazione attraverso un casting per i bambini del borgo. Un tutoring tenutasi appositamente alcuni giorni prima della festa. La risultanza ha raccolto due bambine stupende e piene di grazia, Aurora e Monia, che si sono rese disponibili con il consenso dei genitori ad interpretare il momento di apertura del corteo di figuranti. Nel giorno della festa le piccole hanno attraversato davanti alle autorità istituzionali il percorso della centrale via del Carmine (il cui prolungamento a sud porta all’omonimo Santuario di Nostra Signora del Carmine),  per raggiungere il piazzale del Duomo del borgo. Grazie alla preparazione pregressa, le loro movenze legate alla dolcezza dei movimenti in passeggiata, ed alla modalità di partecipazione sulla scena, ha fatto sì che durante la performance entrambe abbiano trasmesso un delicato senso di futuro e di unione tra presente e domani che è stato assai apprezzato dal pubblico e che in particolare le ha viste costantemente partecipi all’interno della loro parte, intenerendo il pubblico con la loro adesione convinta e la loro determinata volontà di essere presenti sulla scena ben oltre quanto era stato loro assegnato. Un segno di come grazie ad una giusta introduzione, un momento celebrativo possa diventare di adesione anche di giovani così in erba e rimanere per loro un ricordo indelebile, come ha commentato una delle loro due mamme.

Un momento della sfilata del corteo celebrativo con le bimbe Monia e Aurora il 2 luglio 2022

Approfondiamo ora per un attimo il tema della vestizione e corteo, sempre a cura della regista e delle due ancelle/aiutanti Rosi e Michela, dei 18 figuranti adulti tra cui 7 coppie (Carlo e Angela, Aldo e Teresa, Salvatore e Ornella, Giacomo e Marina, Demetrio e Maurizia, Fulvio e Jolanda, Riccardo ed Eugenia, Ippolito e Monica) – ognuno dei cavaliere tenendo in mano una ghirlanda con ben 20 bandiere argentine, hanno avuto il compito di sfilare con le dame – recanti anch’esse alla mano un fiore bianco – tutti vestiti di bianco, ma ognuno con un nastro personalizzato di colore azzurro che è stato precedentemente personalizzato su ogni abito albino. Questo insieme di persone ha poi allietato il pubblico degli astanti lungo il percorso con il saluto floreale che nei video si. Al termine del corteo ogni fiore è stato poi deposto in piazza, di fronte al quadro del generale Belgrano.

Tra i brani di accompagnamento on the road  ricordiamo le esecuzioni utilizzate dell’ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO / (Enrico Fagone (contrabbasso), Luis Bacalov (qui alla sua ultima registrazione come direttore), Martha Argerich (pianoforte) con estratti dall’ ALBUM Astor Piazzolla- Las Estaciones Del Ángel (Adventures Of A Double-Bass In Buenos Aires): in particolare un brano tratto da “Las Cuatro Estaciones Porteñas- Invierno Porteño – Primavera Porteña (Arranged By Jorge Andrés Bosso)” – un secondo tratto da “Las Cuatro Estaciones Porteñas- Invierno Porteño – Primavera Porteña (Arranged By Jorge Andrés Bosso)”, ai quali sono seguiti il celebre Oblivion (Arranged By Cesare Chiacchiaretta) e la nota Milonga Del Angel (Arranged By Enrico Fagone).

La musica è stata fruita grazie alla cassa audio che la prima coppia di figuranti ha portato con sè utilizzando un classico carrello attrezzato per il trasporto di valigie, come era nei tempi dell’emigrazione. E’ evidente che anche qui si è voluto simboleggiare gli emigranti che cercavano una possibilità di nuova vita fuggendo dagli stenti in corso nel territorio nazionale. L’Argentina infatti si colloca tra le destinazioni preferite dell’emigrazione italiana, tenuto conto che dalla metà dell’Ottocento ad oggi, oltre 3 milioni di italiani si sono recati in quel Paese, con un flusso che copre il periodo dal 1871 sino al 1960, concentrato negli anni tra fine secolo e la seconda guerra mondiale. Il gruppo di Etnotango Friends ha fatto da flusso migratorio nelle vie strette della borgata, tra gli sguardi stupiti e incuriositi dei banchetti allestiti e del pubblico accorso all’evento.

Una tappa molto sentita ed emozionante del corteo è stata quella del fermo per porgere gli onori con una corona d’alloro e l’esecuzione degli Inni nazionali italiano ed argentino, sotto il busto dedicato al condottiero rivolto verso l’apertura della Piazza del Duomo, prima di riprendere il cammino per raggiungere l’area antistate la chiesa. Un momento commemorativo anche questo significativo perché arricchito dalla presenza di tanti argentini con le bandiere e i colori del loroi Paese oltre che dalla quinta dei 21 tangueros che hanno rappresentato un elemento di unità e legame geografico simbolico tra Italia e Argentina.

L’area della Piazza del Duomo di Costa d’Oneglia
Fasi allestimento dello spazio pubblico della festa di fronte al Duomo

Giunti nella piazza, questo gruppo di appassionati della materia e addetti ai lavori ha deposto i fiori in una cesta di raccolta, dalla quale sono stati poi prelevati e offerti alla base del quadro raffigurante il celebrato Belgrano, che è stato poi scoperto dal tessuto bianco che lo celava. Una fase, questa, che è stata poi seguita dai movimenti tangueri dei teatro danzatori che hanno mosso i loro passi di tango muto sulla voce narrate di Mario Brusa che ha letto (in differita) il testo di Libertango, scritto dal poeta uruguayano Horacio Ferrer come elemento aggiuntivo di marcatura dell’intimo legame tra il concetto di libertà e quello di unione tra le anime dei due popoli.

A questa, a simbolo dell’impegno socio intellettuale in Argentina, si e aggiunta la lettura di un testo dedicato al bandoneon, recitato (assai bene e in prima lettura) dal Console argentino Luis Niscovolos presente alla manifestazione, con l’accompagnamento di un bandoneonista alla sua prima performance, Raffaelle Prota di Protango/ Bordighera. Il brano musicale, tratto dall’album “Don Bandoneon” di Juan José Mosalini (musicista recentemente scomparso) e il tema “Buenas noches, che bandoneon” di Julio Cortázar è stato seguito da due esibizioni di maestri di tango (Riccardo Giustetto ed Eugenia Ricci, Fulvio Brizio e Jolanda Castiglia) che hanno completato la spettacolarizzazione.

Infine, la milonga aperta a tutti, ha raccolto un finale di partecipazione di ballo da parte di moltissimi ballerini convenuti all’evento, che hanno potuto liberamente accedere allo spazio come nella migliore tradizione del tango di strada. Un atto liberatorio che ha visto molta parte del pubblico rimanere ancora sulla piazza a guardare lo spettacolo di elegante bellezza proposto dai bailarinos.

Un momento della Milonga finale aperta a tutti

Nel tempo e nello spazio dell’evento dei 100 fiori bianchi per Manuel Belgrano a così unito tra di loro 8 momenti rituali, tra passato presente e futuro, come ambito-scenario che ha aperto le programmazioni della Notte bianca collegata alla festa, e che ha dato spazio successivamente sino a notte inoltrata a mostre, concerti, musica per i più giovani offerte enogastronomiche tipiche e di artigianato locale.

I complimenti raccolti nei giorni a seguire e quella sensazione di aver aperto e chiuso un cerchio simbolico fatto di colori, gesti, musica, danza, poesia e coinvolgimento –  in un unicum di armonia mundi che ha pervaso in particolare gli attori oltre al pubblico partecipante –  ha permesso a chi vi ha preso parte, di lasciare una traccia ancora più sensibile di un fatto storico che, legando vite e storie tra diversi paesi e continenti, rappresenta ancora quel contenuto vitale ed esperienziale che cerca di cristallizzare e finalmente, con i suoi momenti scanditi e materializzati nei suoni nelle voci e nelle presenze di chi gli ha dato linfa, di ritrovarsi insieme.

E’ stato un contributo che ha intessuto una sensazione di unione civile e di convivenza tra le diversità, il valore più importante che sta dentro il contenuto di una bandiera, stendardo simbolo di una comunità e del suo spazio di vita.

Scrive per noi

Monica Nucera Mantelli
Monica Nucera Mantelli
“La Natura torna ad Arte” è una piattaforma di rapporti/scambi tra la creatività e buone pratiche dell'uomo e lo spazio - paesaggio del pianeta Terra.
Ideata da Monica Nucera Mantelli.
Giornalista – Facilitatore di reti e progetti territoriali - Event & Communication Manager.
Monica Nucera Mantelli nasce in Italia ma cresce e studia sin da ragazzina in Inghilterra. Si forma in una cultura anglosassone innervata di valori sociali e attenti all’interdipendenza tra uomo e natura. Dopo il doppio diploma sia nel Regno Unito che a Torino, si laurea alla Facoltà di Magistero in Lingue e Letterature Straniere con indirizzo comparativo ed artistico e si trasferisce per l’anno sabbatico in Nuova Zelanda dove si forma su agricoltura biodinamica, pratiche di vita sostenibili e eventi outdoor. Vince un Master Enea Olivetti per l’Imprenditoria al Femminile con il progetto TRENOVIVO sul turismo & slow living con i treni a vapore sulla linea Ciriè-Lanzo e Torino – Ceres in collaborazione con il Museo Ferroviario Piemontese. Nel mentre scrive articoli, interviene come divulgatrice e moderatrice su temi cultura-arte-natura a conferenze e tavole rotonde e collabora per testate nel settore dei beni culturali, artistici ed enogastronomici. Si diploma ONAV – Assaggiatrice di Vino – nel 1994. Parimenti lo stesso anno prende il Patentino da Giornalista Pubblicista e entra all’Albo di Roma. Si occupa di servizi di comunicazione, mkt culturale e pianificazione territoriale strategica per realtà aziendali di primo livello. Collabora con imprese agricole, ristoranti e strutture ricettive. Progetta con Enti pubblici e privati attività di animazione e fruizione di territorio, raccordando beni naturali/paesaggistici/produttivi a arte, ambiente e cultura.
Dopo aver maturato una solida esperienza di curatela espositiva e project management nella gestione di manifestazioni culturali inserite nei contesti più vari, decide di ampliare le sue competenze in ambito di buone pratiche sistemiche ed “eco-friendly” focalizzandole alla riqualificazione dei territori. Ad oggi si occupa di raccordi e facilitazione di rete tra produzioni di eccellenze locali e politiche di sostenibilità ambientale. E’ ideatrice di festival, convegni, eventi e incontri multidisciplinari. E’ stata direttrice del Museo del Design GH di Torino e Vice-Presidente ADI (Ass. Disegno Industriale) Piemonte e Valle d’Aosta.
Tra i molteplici servizi svolti, ha collaborato con l’Opera Torinese del Murialdo nel progetto di rigenerazione Artigianelli150. Ha creato e sviluppato eventi culturali con l’Orchestra da Camera “G. B. Polledro” diretta dal M° Federico Bisio. Ha ideato progetti di valorizzazione territoriale come DE.GU.CRE’ e SUPERGA PARK TOUR, la rassegna sui temi tra natura, ambiente e sostenibilità GREEN MOOD, il talk-show tra ecologia ed economia THE GREEN THEATRE PARK DAY e il format convegno/evento/mostra sulla rete territoriale GREEN GRAIN.
Suo il progetto di riqualificazione ILOVEPULCHERADA.
Ha teorizzato “PER UN UMANESIMO VERDE. TRA AREE VERDI E NUOVE MODALITÀ DI SVILUPPO METROPOLITANO” nell’ambito della progettazione di Torino Strategica 2015-2025. E’ stata collaboratrice per l’Ente Parco regionale del Po To.se per la nomina del comprensorio metropolitano di 86 Comuni torinesi a Riserva di Biosfera MAB UNESCO COLLINAPO.
Ha scritto e co-prodotto il film sul paesaggio urbano e live performance POEMA CIRCULAR con il regista Alessandro Avataneo. Ha scritto e diretto l’opera –concerto PIAZZOLLA’S DAEDALUS con il M° Raffaele Tavano e il Piazzolla Modern Quartet e l'agri-commedia DUE CUORI E UN PEPERO'con la cantante argentina Sonia Farrell. Pubblica saggi sulla rubrica editoriale IN PUNTA DI TANGO.
Ha curato circa un centinaio di mostre e scritto decine di testi critici di accompagnamento alla produzione artistica di artisti internazionali. Redige la sua rubrica fissa NELL'ANTRO DELL'ARTISTA sulla rivista ContemportArt.
E’ co-autrice con Ippolito Ostellino del libro “UN PO DA CAMMINARE” Ed. Il Capricorno. Sempre con Ippolito Ostellino ha fondato la piattaforma e comunità virtuale LA NATURA TORNA AD ARTE, da cui è nata la rubrica omonima sulla testata .ECO EDUCAZIONE SOSTENIBILE.
Da oltre un ventennio è direttrice artistica di ETNOTANGO LCMM, con autoproduzioni tra musica, arte, letteratura, danza e molto altro per comunicare e trasferire la ricchezza culturale il patrimonio UNESCO del Tango rioplatense.
Tra le sue passioni: la musica, il design, l’arte contemporanea, il tango argentino, l’enologia, la gastronomia gluten-free e la ricerca esoterica.
Tutti i suoi progetti sono caratterizzati da una peculiare chiave di volta: sottendono al risveglio evolutivo dell’Uomo.