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Un lago in difesa della giustizia climatica

| Carola Speranza

Tempo di lettura: 4 minuti

Un lago in difesa della giustizia climatica

Domenica 22 gennaio centinaia di persone si sono ritrovate al lago Bullicante, nel V Municipio di Roma, per difenderlo dai prossimi lavori nell’area del parco, ancora in mano ad una società privata, decisa a costruire un polo logistico. La lotta contro il cambiamento climatico parte anche da qui: dalla protezione della biodiversità sotto casa.

Fronteggiare la crisi del nostro secolo, quella del cambiamento climatico, sembra, agli occhi di molti, una lotta persa. Essendo una battaglia che va a toccare diversi fattori della società, da quelli economici a quelli ambientali, pare sempre più difficile trovare soluzioni immediate e forti. Forse, però, non è mai stato sottolineato come questa sia una questione innanzitutto politica e, quasi sempre, una lotta che arriva dal basso. Ce lo hanno dimostrato i Fridays for Future, ce lo dimostrano le manifestazioni in Germania, a Lützerath, e, allo stesso tempo, alcuni cittadini nel quartiere Pigneto di Roma. 

Un momento della manifestazione. La scritta sul cartellone regista: “Ex Snia monumento naturale.”

Domenica 22 gennaio centinaia di persone si sono ritrovate al lago Bullicante, per richiedere a gran voce che i lavori dell’area del parco, ancora in mano ad una società privata, non vengano permessi al fine di proteggere il sito naturale. 

La storia 

Nel 1924, in uno dei municipi più densamente popolati e con la minor quantità di verde pro-capite, sorgeva la fabbrica Snia, produttrice di seta artificiale e polo industriale di tremila operai.

In un’area di ben 12 ettari era presente un’area verde, già riconosciuta come vincolo paesaggistico negli anni ’60.

Negli anni ’90 l’industria passò nelle mani di un privato, la società immobiliare Ponente 1978 S.r.l., che nel 1992 -grazie alla concessione edilizia n.958/1990- avviò gli scavi per la costruzione di un parcheggio, durante i quali si scoprì una falda acquifera a soli 10 metri di profondità. Come poi emerso successivamente,  venne deciso di convogliare l’acqua fuoriuscita dalla falda, a causa del lavoro delle ruspe, verso il collettore fognario, il quale però non resse il carico, provocando l’allagamento di Largo Preneste. All’interno dello scavo si formò così un vero e proprio lago connesso alla falda, che ancora oggi ne rigenera le acque in continuazione.

Dopo i diversi espropri che hanno permesso la creazione dell’attiguo Parco delle Energie, non sono mancati, nel corso degli anni, diversi tentativi di speculazione: dalla creazione di una piscina per i mondiali fino all’ultima proposta, che prevede la creazione di un polo logistico.

Minacciato dagli interessi privati

Oggi il lago, una realtà dinamica, in termini sociali ed ecologici, è minacciato dall’ennesimo progetto avanzato dalla società privata. Rischia così di perdere il suo valore naturalistico e la sua funzione di mitigazione dei cambiamenti climatici. Come afferma un articolo pubblicato su Geologia dell’ambiente nel 2021:

“Nel complesso, l’ecosistema Bullicante ex Snia svolge una serie di funzioni ecosistemiche quali l’assorbimento di anidride carbonica, l’azione filtro con conseguente mitigazione dell’inquinamento atmosferico e, attraverso l’evapotraspirazione e l’ombreggiatura, assicura un’isola di contenimento delle temperature, ricircolo dell’aria e ventilazione cruciali nella regolazione del microclima urbano. La multifunzionalità ecologica dell’area ex Snia risiede nella diversità e ricchezza degli ambienti che la caratterizzano e nel ruolo che assume in qualità di corridoio ecosistemico tra aree verdi centrali e periferiche del settore est di Roma”.

Un gioiello di biodiversità 

Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA) ogni anno pubblica un report sulla qualità dell’ambiente urbano. I tre fattori presi in considerazione, suddivisi a loro volta in diversi macrotemi, sono la circolarità, la vivibilità e la resilienza ai cambiamenti climatici. Quest’ultimi due elementi potrebbero essere garantiti dal mantenimento e dalla protezione dell’ecosistema del lago Bullicante, nel Municipio V della capitale.

Secondo i più recenti sopralluoghi, la flora dell’intera area comprende 358 specie spontanee e 133 specie coltivate. Per l’accademico Giuliano Fanelli vi sono presenti i due tipi di biodiversità, quella funzionale, dettata dalla ricchezza delle relazioni, e quella composizionale, data dalla presenza di elementi biotici e abiotici: un ecosistema che funziona benissimo.

In Italia, sono presenti novanta specie di libellule, un terzo rappresentato nella sola zona del lago, tra cui si vedono quattro specie rare. Anche l’avifauna è ricca, se paragonata ad altre aree verdi di Roma, e comprende 62 specie. 

Quarta natura, la vera natura da riscoprire 

La vegetazione sviluppatasi sui ruderi rimasti è incredibile se pensata all’interno di un’area urbana. Per spiegare il fenomeno, l’accademico Lorenzo Romito parla di “quarta natura”, dove scenari dell’abbandono, detti anche terzo paesaggio, mostrano le reazioni ecologiche della natura nei confronti dell’impatto edilizio e dell’impronta umana. 

“Ed è per questo che la natura, come progetto e competenza, diventa quasi competitor. È un’intelligenza più efficace della nostra a risolvere i problemi che noi abbiamo creato.” 

La biodiversità in città

Durante l’evento “La biodiversità sotto casa” tenutosi in Campidoglio, il ricercatore Antonello Pasini ha ricordato come le città possano avere anche un ruolo attivo nella mitigazione del cambiamento climatico. A livello mondiale si stima che, entro il 2050, il 70% della popolazione vivrà in un centro urbano. In conseguenza, questo causerà l’incremento dell’inquinamento atmosferico e acustico. L’unica  prevenzione possibile, come sottolineato da Openpolis, è  l’aumento degli spazi verdi. Più le città sono popolose e urbanizzate, maggiormente necessaria  risulta la presenza di parchi e giardini, i quali consentono di mitigare ondate di calore e precipitazioni estreme, garantendo una miglior qualità di vita. 

Quasi un anno fa, l’articolo 9 della nostra Costituzione è stato modificato con l’aggiunta della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Bisogna iniziare a mettere in pratica le norme votate e applicarne i diritti: facciamolo, iniziando a considerare luoghi come il lago Bullicante soggetti da tutelare, e non più oggetti.

Scrive per noi

Carola Speranza
Carola Speranza
Dopo aver conseguito la doppia laurea triennale nel dipartimento di Lettere moderne all’Università degli studi di Torino e Université Savoie Mont-Blanc, ottiene la laurea magistrale binazionale in Filologia moderna all’Università Sapienza di Roma e Sorbonne Université di Parigi. È fondatrice e autrice del blog “Grandi Storielle”.