Fiumi, vene della Terra: un presente problematico, un futuro da costruire
Anticipazioni. Nel numero di dicembre di “.eco”, dati, schede per attività didattiche, spunti di lavoro e riflessione sui fiumi, tra gli ambienti più minacciati dall’inquinamento e dalle modifiche del loro corso. “Se vuoi sapere che rapporto c’è tra abitanti e territorio domanda i fiumi, sempre i primi a essere dimenticati: cattiva coscienza?” dice Marco Paolini. Le precedenti puntate sono comparse nei numeri di giugno e settembre di “.eco”.
Maria Antonietta Quadrelli
(Nell’immagine di apertura, il Rio Solda, Trentino Alto-Adige. Fotografia di Federico Enni)
La cattiva coscienza ha davvero molte cause: nel nostro paese i corsi d’acqua sono tra gli ambienti più minacciati dall’inquinamento e dalle modifiche del loro corso.
Partendo dall’inquinamento dei fiumi bisogna tener conto che, in ogni prelievo e restituzione per usi domestici, industriali o agricoli viene alterata la temperatura e la composizione chimico – fisica dell’acqua. L’acqua per usi domestici può essere riversata senza alcun trattamento di depurazione direttamente nei fiumi dove possono arrivare molte sostanze dalla produzione industriale.
Sempre più sono presenti in natura le materie plastiche.
Il rischio di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da parte dell’agricoltura, con i fertilizzanti e fitofarmaci è anche elevato.
L’acqua entra anche in varie fasi del ciclo produttivo industriale: per effettuare lavaggi, come liquido di raffreddamento o come solvente. Viene prelevata dai fiumi grazie a speciali condotti e poi restituita attraverso scarichi.
La prima normativa a proposito di scarichi uscì nel 1976 era molto lacunosa e poco efficace ai fini della protezione del corpo idrico oggi è più forte la consapevolezza dei danni arrecati ai fiumi in decenni di indiscriminato uso e abuso dell’acqua. Tuttavia, molto resta da fare, ancora oggi persistono situazioni incontrollate o poco chiare, ai limiti della legalità o addirittura fortemente illegali.
Leggi il seguito su “.eco” di dicembre 2023.
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