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Libertà, democrazia, uguaglianza e ambiente, un legame indissolubile

| MARIO SALOMONE

Tempo di lettura: 6 minuti

25 aprile: ritrovare le profonde connessioni tra diritti e giustizia sociale e ambientale. Un legame che figure della Resistenza e dell’ambientalismo, come Aurelio Peccei e Laura Conti, praticarono a rischio della vita. Oggi, ha detto il presidente Mattarella, a onorare la Resistenza sono, tra gli altri, i giovani che difendono l’ambiente.

(Nell’immagine di apertura, Aurelio Peccei torna nella caserma torinese di Via Asti, dove era stato rinchiuso dai repubblichini per dieci mesi e torturato – fotogrammi delle Teche Rai dal documentario “Aurelio Peccei. L”utopia di una impresa umana”, prodotto in occasione del centenario della nascita)

La ricorrenza del 25 Aprile sotto il governo più di destra della storia dell’Italia democratica ha avuto almeno il merito di dare alle celebrazioni un nuovo significato, dal discorso del presidente Sergio Mattarella a Cuneo alle centinaia di iniziative tenutesi un po’ in tutto il Paese.

Leggi il discorso di Sergio Mattarella a Cuneo per il 25 aprile, 78° anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo.

Se il presidente della Repubblica ha detto che a onorare la Resistenza e l’Italia che ne è nata sono, tra gli altri, i giovani che difendono l’ambiente (leggi qui il testo del discorso tenuto a Cuneo), un altro giovane (Luca Sardo, noto attivista torinese di Fridays for Future) nello speciale dedicato alla ricorrenza da “il Manifesto” ricorda Laura Conti, partigiana, medico e tra le fondatrici dell’ecologismo italiano.

A Laura Conti, nel centenario della nascita, ha dedicato un ampio ritratto Letizia Montalbano sul numero di settembre 2021 di “.eco”. Laura Conti, entrata nella Resistenza, nel 1944 era stata catturata e deportata nel lager di Bolzano, da cui riuscì a fare arrivare testimonianze sulle atrocità dei nazisti pubblicate nell’edizione clandestina dell’Avanti! e riprese da Radio Londra. Avrebbe poi riversato il suo coraggio nelle battaglie ambientaliste.

Sul numero di settembre 2021 di “.eco” un ritratto di Laura Conti, una della grandi figure dell’ambientalismo italiano del XX secolo, a cura di Letizia Montalbano.

Laura Conti, prigioniero n. 3786, ritratta nel lager di Bolzano.

Laura Conti, osserva ora Luca Sardo, “per noi giovani attivisti per il clima è una delle principali figure di riferimento”. Se oggi ci sembra “di vivere in un’epoca buia”, continua l’esponente di Fridays for Future, e le grandi trasformazioni “sono assenti dall’orizzonte”, partigiane e partigiani “ci insegnano che nessun nemico è impossibile da abbattere”.

Aurelio Peccei: partigiano e fondatore del Club di Roma

Un documentario su Aurelio Peccei, da noi prodotto in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita.

Un’altra grande figura da ricordare, di statura internazionale, che unisce antifascismo e impegno per l’ambiente è quella di Aurelio Peccei. Sognatore di un governo mondiale, empatico verso la natura, costruttore di ponti tra blocchi geopolitici, ispirato sempre a una visione lungimirante nel tempo e nello spazio, instancabile promotore di studi su un mondo complesso e interconnesso che si sta affacciando sull’orlo dell’abisso, e autore egli stesso di libri e interventi profondi e profetici, il fondatore coraggioso e ostinato del Club di Roma e anche partigiano in Giustizia e Libertà è la prova provata (se ce ne fosse bisogno) che senso del limite, inversione di rotta, giustizia e libertà sono indissolubilmente legati. “Ci chiamammo Giustizia e libertà, e non Libertà e giustizia” (spiega Peccei in una intervista riportata nel documentario “Aurelio Peccei. L’utopia di una impresa umana” che gli abbiamo dedicato in occasione del centenario della nascita), perché senza giustizia non può esserci neppure libertà.

Peccei lo testimonia prima da capo partigiano (una storia forse non abbastanza nota, che racconto nel libro su di lui e il Club di Roma) poi con tutta la gigantesca opera di pensatore e di grande organizzatore mondiale di iniziative con al centro la sfida di inventare e costruire collettivamente il futuro, futuro di pace e di giustizia.

Leggi QUI la biografia di Aurelio Peccei dalla giovinezza alla Liberazione.

Giustizia sociale e ambientale precondizione di libertà e democrazia

E per giustizia intendiamo, ovviamente, giustizia sociale e ambientale. Disuguaglianze crescenti impediscono una vera democrazia e alimentano, con il saccheggio delle risorse e il degrado ambientale, disuguaglianze climatiche e ambientali.

In questo anche la Costituzione nata dalla Resistenza rappresenta una bussola e l’articolo 9 ben la rappresenta. Se negli ordinamenti degli Stati dell’Italia pre-unitaria e di altri Stati non mancano norme di tutela della cultura e del paesaggio, osserva ad esempio Salvatore Settis nel corposo speciale che “La Stampa” ha dedicato alla Resistenza e alla sua attualità per il 25 Aprile, l’Art. 9 si distingue perché il principio “è posto, per la prima volta al mondo, fra i principi fondamentali dello Stato ed è formulato con eccezionale densità e sintesi”.

Non è secondario, inoltre, il nesso posto dalla Costituzione nello stesso articolo con la tutela e sviluppo della cultura e della ricerca, come osservava anche Stefanella Iovino nel suo editoriale “Corpi politici. Che cosa si dimentica quando si esulta per l’ecologia nella Costituzione” sul numero di giugno 2022 di “.eco” (in cui invocava “una transizione culturale vera”).

Leggi l’editoriale “Corpi politici. Che cosa si dimentica quando si esulta per l’ecologia nella Costituzione” di Stefanella Iovino sul numero di giugno 2022 di “.eco”

A Salvatore Settis (non isolato) la modifica dell’Art. 9 della Costituzione non piace: teme che essere intervenuti per la prima volta su uno dei principi fondamentali possa aprire la strada ad altri ma nefasti cambiamenti e sottolinea come avesse già provveduto la Corte costituzionale a dare una interpretazione estensiva dell’articolo includendo tra le materie tutelate dall’art. 9 “la preservazione dei patrimoni genetici terrestri e marini e di tutte le specie vegetali e animali” e “la protezione dell’ambiente nonché la difesa dell’aria, dell’acqua e del suolo dall’inquinamento”.

Potremmo dire che il superamento della (perniciosa ed erronea) separazione tra natura e cultura inizia nel 1947 dalla Costituzione italiana e il suo articolo 9, che le mette insieme.

Il nodo però, sottolinea anche Settis, è che ai bei principi scritti sulla Carta (con la maiuscola) non corrisponde la volontà politica, come dimostrano decenni di scempio edilizio, condoni vari, anziché una loro applicazione rigorosa.

Cosa non onora la Resistenza e la Costituzione

Il che ci riporta a quanto accade in Italia e nel mondo. Cosa allora “non onora” (per richiamarci ad esempio al discorso del presidente Mattarella citato più sopra) Resistenza e Costituzione? Chiudere entrambi gli occhi di fronte all’evasione fiscale (che sottrae risorse ai servizi pubblici e allo stato sociale), tagliare i fondi a scuola, ricerca e sanità, reprimere le non violente proteste giovanili, aumentare le spese militari, incrementare le disuguaglianze tra ricchi e poveri, centro e periferie, Nord e Sud, proseguire in politiche energetiche devastanti per il clima e la salute (è del 24 aprile il rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente sulla qualità dell’aria).

Succede, purtroppo, non solo in Italia, come ci dicono dati e rapporti sui compensi di decine o centinaia di milioni di dollari ai top manager, la disperazione dei miliardi di persone senza cibo o acqua o in fuga sotto le bombe delle tante guerre, il fresco rapporto SIPRI sulla spesa militare nel 2022 (cresciuta globalmente del 3,7 per cento fino alla stratosferica cifra di 2.240 miliardi di dollari).

Quanto all’inquinamento atmosferico, l’EEA ci dice che nel 2021 oltre il 90% della popolazione urbana dell’UE è stata esposta a livelli nocivi di biossido di azoto, ozono e particolato fine (PM2,5) e che ciò ha provocato la morte prematura di almeno 1.200 bambini e ragazzi sotto i 18 anni. Una strage degli innocenti.

Delle migrazioni forzate per fame, siccità, alluvioni, guerre e delle emissioni di gas serra che non calano, mentre a calare è il volume dei ghiacciai e la soglia critica del surriscaldamento globale si avvicina, sono pieni i rapporti delle agenzie e dei centri di ricerca internazionali e gli appelli disperati e inascoltati del segretario dell’ONU Guterres. La “sindrome di Phileas Fogg” (di cui ho parlato in un altro mio testo, ispirata dal personaggio di Jules Verne che brucia tutto quanto è possibile sul piroscafo per giungere in tempo in Inghilterra) porta a bruciare ogni residua risorsa per sostenere un sistema di sfruttamento, iperconsumo, arricchimento di pochi. Manipolazione, armi di distruzione e distrazione di massa, nazionalismi ne sono il puntello.

Come “Bella ciao” è diventato un canto tradotto in decine di lingue e fatto proprio da tanti popoli in lotta, anche l’“ora e sempre Resistenza” è un buon invito all’impegno globale per mettere insieme libertà, democrazia, uguaglianza e ambiente.

Scrive per noi

MARIO SALOMONE
MARIO SALOMONE
Sociologo dell'ambiente, giornalista e scrittore, Mario Salomone dirige ".eco" dalla fondazione (1989), è autore di saggi, romanzi e racconti e di numerosi articoli su quotidiani e riviste. Già professore aggregato all'Università di Bergamo, è Segretario generale della rete mondiale di educazione ambientale WEEC, che realizza ogni due anni i congressi del settore.