Festival Mbao Fëss. Un festival culturale e ambientale per la tutela e la valorizzazione della periferia di Dakar
Il Festival Mbao Fëss è un festival culturale e ambientale per la tutela e la valorizzazione della periferia di Dakar, della cultura tradizionale Lebou (etnia che vive a Mbao) e per la promozione dell’attivismo civico sui temi ambientali, la cui terza edizione si è tenuta tra l’1 e il 15 agosto 2022 a Mbao per sensibilizzare il pubblico alle tematiche ambientali.
“And samm sunu aalam”, in lingua wolof, una delle lingue tradizionali senegalesi, “prendiamoci cura dell’ambiente insieme”. Questa scritta troneggia tra i graffiti realizzati su un muro di fronte alla spiaggia del comune di Mbao, nella regione di Dakar (Senegal). È una scritta che, inserita in quel contesto periferico a forte rischio ambientale, ci ricorda quanto esso sia fragile. Una scritta che ci fa da specchio e che ci mette in mano la responsabilità della tutela del nostro territorio: dobbiamo prenderci cura del nostro Pianeta, e per riuscirci dobbiamo farlo insieme.

Questo è un territorio che può essere tutelato partendo dal Marigot, lo stagno che si trova davanti all’oceano; dai “cocotiers”, o meglio i cocchi che sono stati piantati lungo la sua riva; dalla spazzatura raccolta dallo stagno e lungo la sua riva; dal riutilizzo di questa spazzatura per costruire le “eco bancs”, ovvero le panchine realizzate con cemento e bottiglie di plastica per rendere le rive del Marigot più vivibili per i giovani del quartiere, e per creare accessori scolastici insieme ai più piccoli delle scuole pubbliche elementari, insegnandogli così il significato di economia circolare. Ma soprattutto,

questo è un territorio che può essere tutelato partendo dal gruppo di giovani cittadine e cittadini attivi di Quartier Circulaire e dalle associazioni LVIA e Diwane G Management.
Il Festival Mbao Fëss è stato tutto questo: un festival culturale e ambientale per la tutela e la valorizzazione della periferia di Dakar, della cultura tradizionale Lebou (etnia che vive a Mbao) e per la promozione dell’attivismo civico sui temi ambientali, la cui terza edizione si è tenuta tra l’1 e il 15 agosto 2022 a Mbao per sensibilizzare il pubblico alle tematiche ambientali attraverso il linguaggio musicale e le attività svolte nell’ambito dell’economia circolare, raccolta di rifiuti e piantumazione di alberi, e l’utilizzo di varie forme d’arte come uno dei principali mezzi di comunicazione.
Il progetto Quartier Circolare all’interno del Festival
Quartier Circolare (per i giovani di Mbao, “Quartier Circulaire”) è un progetto che nasce in Italia (a Torino copre l’area periferica della circoscrizione 5) e che ha come obiettivo i giovani e l’educazione alle tematiche ambientali, promuovendo l’economia circolare e dando la possibilità ai giovani di diventare cittadine e cittadini attivi per la protezione dell’ambiente.
“In questo progetto, che nasce con un progetto Italia finanziato dalla Regione Piemonte, e nel quadro di un programma europeo per l’attivismo dei giovani, abbiamo pensato di inserire un piccolo ambito di attività in Senegal e quindi fare una sorta di parallelismo tra le attività che venivano fatte a Torino nella circoscrizione 5 e le attività che noi stavamo già facendo con i giovani di Mbao, che si trova nella periferia di Dakar” ci ha raccontato Silvia Lami, Rappresentante Paese per LVIA in Senegal. E ha continuato “Ormai da anni

lavoriamo con l’associazione giovanile Diwane G Management che si occupa di salvaguardare il Marigot, uno stagno a forte rischio ambientale, e di proteggere l’ultima foresta della regione di Dakar che si trova nel comune di Mbao. Quindi, nel progetto Quartier Circolare in Senegal le attività che sono state fatte sono quelle dell’identificazione di un gruppo di giovani che già erano attivi nella zona di Mbao per formare un gruppo che ha seguito cinque tipi di formazione sul tema generale dell’economia circolare e della rivalorizzazione degli spazi urbani”.
L’ultima tappa del percorso di formazione delle ragazze e dei ragazzi del gruppo di Quartier Circulaire è stato proprio il Festival Mbao Fëss, organizzato dal rapper Leuz Diwane G con la Diwane G Management, come ci racconta lo stesso artista: “la Diwane G Management nasce nel 2018, dieci anni dopo la nascita del gruppo Diwane G, che all’inizio era semplicemente un gruppo rap. Successivamente, quando gli altri membri del gruppo decisero di terminare la loro carriera musicale, io ho preso il nome del gruppo per creare il mio nome d’arte: Leuz Diwane G. Diwane G in wolof significa «un luogo in cui le persone si possono incontrare, riunire e vivere». La G si riferisce a Giss Giss (visione) Gëm Gëm (ideologia o filosofia). Così attorno a me ho creato uno staff per dare vita all’associazione Diwane G Management per occuparci di ogni questione relativa allo sviluppo di Mbao e per creare una coscienza comune rispetto al tesoro che ci circonda” [tradotto dall’inglese].
Un’educazione ambientale che parte dalla valorizzazione del proprio territorio
Mbao nasce nel 1444 come villaggio di pescatori. La sua importanza ambientale deriva dalla presenza dell’unica foresta rimasta nella regione di Dakar che si trova proprio nel comune di Mbao, dell’oceano e dello stagno, il Marigot, che si trova davanti a esso. Quella del Marigot è un’area a forte rischio ambientale: le case sono state costruite in zone in cui non dovevano essere costruite, essendo lo stagno una zona a rischio di inondazione. Alcune abitazioni scaricano ancora al suo interno; solo fino a qualche anno fa era considerato una discarica abusiva in cui veniva lanciato ogni tipo di rifiuto. Come sostiene Leuz Diwane G, “il sistema educativo è molto diverso e le persone non sono abituate a occuparsi dell’immondizia. Si pensa che l’immondizia si possa buttare ovunque perché poi a occuparsene sarà il governo […] Quello che stiamo cercando di fare qui non è semplice, perché le persone non sono consapevoli del pericolo di distruggere il nostro ambiente” [tradotto dall’inglese].

Così, quella che hanno cominciato le associazioni LVIA e Diwane G Management è un’educazione ambientale che parte dalla valorizzazione del proprio territorio: dalla pulizia della spiaggia e della riva del Marigot alla trasformazione di terreni utilizzati come discarica in spazi creativi per attirare i giovani. Secondo Silvia Lami “la sfida è di lavorare con associazioni locali tipo la Diwane G Management, ma anche quelle associazioni che fanno parte della piattaforma per lo sviluppo sostenibile di Mbao, e con loro fare una riflessione condivisa su quali possono essere le buone pratiche da portare in quel contesto. L’idea è stata quella di provare a rendere bello quello spazio, perché se quello spazio diventa bello verrà vissuto e quindi verrà anche valorizzato da chi lo vive. Da lì è nata l’idea dei graffiti al lato dello stagno. È un cambiamento che va visto e immaginato nel lungo termine: abbiamo iniziato con i graffiti e le panchine fatte con gli eco brick, quindi rivalorizzando i rifiuti raccolti sulla spiaggia e lungo il Marigot, e abbiamo visto che i giovani vivono quello spazio, quindi pian piano è cambiata la percezione. Con il nuovo festival lo abbiamo ancora più valorizzato e nei prossimi mesi continueremo. Questo può essere un punto di partenza: una porta di ingresso può essere rendere bello e migliorare il quadro di vita delle persone; dove si sta meglio si vive meglio, e forse si può anche cercare di mantenere più bello”.

Il linguaggio musicale per arrivare ai più giovani della periferia di Dakar
Se i graffiti e le eco bancs fanno riemergere le bellezze dell’area del Marigot, il festival musicale riunisce i giovani della periferia per mostrargliele. La musica così si unisce alla cooperazione: dandogli carta bianca, gli artisti hanno potuto declinare il messaggio come meglio credevano, valorizzando il proprio percorso e rendendolo efficace per il proprio pubblico.
LVIA ha cominciato a collaborare con Leuz Diwane G e la Diwane G Management nel 2018 nel quadro di un progetto di sensibilizzazione sulle migrazioni. Il focus della prima collaborazione è stato quindi sul tema migrazioni, un tema intrinsecamente connesso alle tematiche ambientali. “All’interno di questa conoscenza abbiamo conosciuto Mbao, perché lui [Leuz Diwane G] ci ha invitati alla prima edizione del festival nel 2019. Lì mi sono resa conto che c’era un grandissimo potenziale, perché Leuz è un rapper molto conosciuto in Senegal, ascoltato soprattutto da quella fascia giovanile della periferia di Dakar che è difficile da intercettare. Lui parla a quel target lì, che è il target di nostro interesse per le tematiche delle migrazioni e della protezione ambientale. Quindi con lui il messaggio si amplifica e arriva diretto”, ci ha raccontato Silvia Lami.
Diversi linguaggi artistici quindi veicolano il messaggio “and samm sunu aalam”: diventa un appello al cambiamento, diffuso attraverso i colori, le scritte, le parole, ma soprattutto attraverso le azioni delle ragazze e dei ragazzi di Quartier Circulaire, consapevoli dell’importanza di un piccolo gesto e di una mente creativa che può portare alla nascita di un luogo in cui le persone si possono incontrare, riunire e vivere, perché come sostiene Leuz Diwane G “lo sviluppo è ciò di cui tutti abbiamo bisogno, ma essere consapevoli di ciò che sta accadendo è ciò che veramente importa” [tradotto dall’inglese].
“Anche se il Festival è un momento puntuale nell’anno, è tuttavia un momento molto simbolico, e in una società come questa – ma in generale ovunque – i momenti simbolici contano. Avere fatto tutte queste attività ambientali, collegate con attività di valorizzazione della cultura tradizionale, permette anche di riflettere su quella sacralità della natura che fa parte del patrimonio culturale Lebou, ma che è un po’ andata persa pian piano” afferma Silvia Lami. E continua “Quindi penso che lo scopo di Diwane G Management e di Leuz come artista (basta leggere la sua musica dove si vede che vuole mischiare le sonorità hip hop contemporanee con i canti tradizionali Lebou) stia nelle radici, nel radicamento e nell’apertura. Anche l’idea del festival è quella di rimanere radicati in quel luogo e riscoprire la sacralità della natura, ma rivalorizzarla anche con pratiche moderne che parlano ai giovani con un linguaggio che per loro è attuale”.
Il Festival Mbao Fëss ci ha permesso di prenderci cura dell’ambiente, e di farlo insieme. Ci ha permesso di farlo attraverso un linguaggio in grado di raggiungere un pubblico più vasto. Ci ha permesso di farlo attraverso la creatività, le piccole azioni, la riscoperta delle proprie radici e la rivalorizzazione di esse, guardando alla sacralità della natura con occhio creativo, pieno di fiducia e speranza in chi ogni giorno si impegna per tutelare il proprio territorio.
Scrive per noi

- Ha studiato arte presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e archeologia medievale presso la University of York in Inghilterra. È attualmente studentessa della magistrale di Antropologia Culturale ed Etnologia presso l’Università degli Studi di Torino. Ha pubblicato anche per Lavoro Culturale e la rivista pH.
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