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2 marzo, i 50 anni dei “limiti”

| MARIO SALOMONE

Tempo di lettura: 2 minuti

2 marzo, i 50 anni dei “limiti”

Il 2 marzo 1972 veniva presentato ufficialmente il rapporto “The Limits to Growth” realizzato dal Massachusetts Institute of Technology per il Club di Roma, primo frutto dell’instancabile azione di Aurelio Peccei. Viviamo, sempre più numerosi, su un piccolo pianeta dalle risorse finite e sempre più sotto stress. Una verità apparentemente scontata, dimostrata a suon di dati inoppugnabili, ma che ancora molti faticano ad accettare. Con tutte le gravi conseguenze del caso.

(Nell’immagine di apertura, lo Smithsonian Castle, prima sede dello Smithsonian)

cover Peccei Effetto farfalla
Scarica gratuitamente il libro su Aurelio Peccei e il Club di Roma.

Washington, DC, Smithsonian Institution (il più grande complesso museale educativo e di ricerca del mondo), 2 marzo 1972: Aurelio Peccei, fondatore del Club di Roma e un gruppo di giovani ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) presentano il primo delle decine di rapporti “al Club di Roma” che poi sarebbero seguiti: è il famoso rapporto sui limiti alla crescita (“The Limits to Growth”).

In occasione del cinquantenario, ne parliamo ampiamente sul numero di marzo di “.eco”. Gianfranco Bologna fa un’accurata disanima del rapporto e riporta i dati inquietanti di come, in questi cinquant’anni, il monito del rapporto sia stato ignorato.

L’idea di “limite” (sfida fondamentale, ad esempio, dell’educazione ambientale) è dura da digerire per una civiltà “occidentale” sparsasi per il mondo a bordo di galeoni e cannoniere. Un paradigma dominante continua a far sì che potentati grandi e piccoli cerchino di arraffare quanto più possibile per sé. Un mix di profitti senza regole e senza tetti, di avidità incontentabile, di disuguaglianze e ingiustizie crescenti, di militarismo, di maschilismo, di razzismo alimenta guerre civili in senso proprio e figurato, crisi climatica, guerre guerreggiate, estinzione galoppante di specie viventi.

Logica vorrebbe sentirsi fratelli e sorelle, cercare e costruire pace, praticare empatia e solidarietà, disarmare, investire in vero benessere, in salute, in educazione, edificare libertà e democrazia sulla giustizia sociale, in breve fondare una nuova civiltà ecologica.

Tutto questo deve però partire dalle parole sagge e dalle analisi puntuali e lungimiranti de “I limiti alla crescita” e dallo sforzo intellettuale dei tanti che oltre ai giovani ricercatori del MIT hanno indicato soluzioni per un genuino benessere e una possibile prosperità senza la violazione dei confini del pianeta Terra.

I limiti alla crescita 50 anni dopo. Il Club di Roma aveva ragione

Un messaggio chiaro e solidamente argomentato nel 1972, più di cinquanta altri rapporti da allora per richiamare i dilemmi fondamentali dell’umanità. Troppi decenni persi nel tentativo di negare l’evidenza. Facciamo il punto sui dati più aggiornati, sul declino della biomassa causato dall’intervento umano e sulla perdita di biodiversità.

Gianfranco Bologna

Cinquant’anni fa, il 2 marzo 1972, presso la Smithsonian Institution di Washington, Aurelio Peccei, lo straordinario e indimenticabile fondatore e presidente del Club di Roma (il think-tank internazionale costituito nel 1968 e formato da un centinaio di personaggi di spicco della cultura e della scienza di diversi paesi del mondo, fortemente preoccupati per il futuro dell’umanità), presentava con i giovani esperti del System Dynamic Group del prestigioso MIT che lo avevano redatto, il primo rapporto commissionato dal Club, dal titolo chiarissimo “I limiti alla crescita” (“The Limits to Growth”)…

Leggi il seguito su “.eco” di marzo

 

Scrive per noi

MARIO SALOMONE
MARIO SALOMONE
Sociologo dell'ambiente, giornalista e scrittore, Mario Salomone dirige ".eco" dalla fondazione (1989), è autore di saggi, romanzi e racconti e di numerosi articoli su quotidiani e riviste. Già professore aggregato all'Università di Bergamo, è Segretario generale della rete mondiale di educazione ambientale WEEC, che realizza ogni due anni i congressi del settore.